Oncologici Anonimi – Flavia

a Chicca, Marco e Flavia

 Ciao. Mi chiamo Flavia, 55 anni, oncologica. Sono viva nel 2019. Metastasi cerebrali a partenza mammaria.

Dieci anni fa. Tutto è cominciato dieci anni fa.

Il nodulino al seno, la mastectomia, la chemio, la radio… come tante altre donne cui capita questa sfortuna. Faccio tutto quello che mi dicono di fare, sono una brava paziente.

Poi una mattina mi sveglio e vedo mille stelline negli occhi; mi faccio vedere ma l’oculista non sa darmi una spiegazione: mi dà un collirio, un altro… ma le lucine continuano.

Ho già capito, ci risiamo… è tornato fuori e nel posto peggiore.

Mi fanno fare la radio al cervello: «Bene!» mi dicono «Risponde bene; resta un po’ di robina ma va bene così!».

No, che non va bene! Adesso ho anche un fischio nelle orecchie!

Si ricomincia! Stavolta mi dicono che devo fare la «Radiochirurgia stereotassica con gamma-knife mediante localizzazione stereo-RM». Non decifro una sola parola, ma toglietemi questo fischio dalle orecchie!

Mi infilano una specie di casco in testa, me lo imbullonano e mi infilano in tunnel, poi col laser mi bruciano con precisione i punti malati. Ho voluto farmi delle foto: sembro finita in uno di quegli horror futuristi anni sessanta e manca solo che adesso arrivi Vincent Price…

E dopo alé, altra chemio, altra roba…

Mi propongono di sperimentare farmaci nuovi e io prendo tutto perché non ho intenzione di darmi per vinta!

In tutti questi anni sono sempre andata al lavoro, ho viaggiato, visto concerti, fatto sport, scritto racconti che hanno anche vinto dei premi, creato con un mio amico un blog che si chiama «Illuminato d’ombra»: io mi sento così, come se avessi un’ombra addosso, ma la sfrutto per riempirmi di luce.

Ho una vita normale, anzi di più: ho una vita vissuta, assaporata più degli altri, perché ogni volta ne prendo un sorso in più.

Sono diventata anche istruttrice di Nordic Walking e sono più in forma io di tante mie colleghe, nonostante continui a fare chemio tutti i giorni in pastiglie e fino a poco tempo fa anche in vena ogni tre settimane.

Mi definisco «tumorata da Dio» ma non è una blasfemia: mi è capitato addosso e fin qui ci siamo, ma se è una prova mandata da chi possiede i nostri destini, questa è la mia reazione. Vuole vedere come uso i talenti che mi ha dato? Ecco! Mi guadagno la vita giorno per giorno! Mi attacco ad essa con tutto quello che ho e che posso fare.

Qualche volta mi sento stanca, qualche volta mi sento triste e avrei voglia di lasciarmi andare, ma dura solo un attimo, perché vale sempre la pena di continuare a vivere.

Sono passati dieci anni e ne passeranno altri dieci e poi dieci ancora perché qui non si molla niente.

Io vivo, io sono viva, VIVA!


Racconto di Paolo Pisi
, medico legale di ASST Mantova
Questo racconto ha vinto il Premio Letterario Nazionale “Flaminio Musa”, XL Edizione, 2019

1 Commento
  1. Ogni volta che leggo questo racconto dell’amico Paolo è un sussulto al cuore e una lacrima solca il viso.
    Sono stato accanto a Flavia per molti anni e in tutti quelli della malattia ho condiviso gioie, speranze, delusioni fino alla fine. Come ci insegnano, non bisognerebbe guardare l’assenza, ma gioire della presenza goduta. A me manca tutto di Lei e in questo momento la sua forza interiore, che resta un grande esempio per andare avanti. Grazie a tutti del ricordo. Lorenzo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

Archivi
Categorie
Iscriviti alla newsletter