Depressione nei neogenitori, ricerca da Nobel al Poma

La Psicologia Clinica in uno studio nazionale per individuare precocemente situazioni a rischio in funzione preventiva sul neurosviluppo del bambino

La Psicologia Clinica del Poma partecipa a uno studio da Nobel sulla prevenzione dei disturbi d’ansia e depressivi nei neo genitori. Nel periodo perinatale la salute mentale di mamme e papà ha un’influenza determinante nella formazione della qualità della mente feto-neonatale. Il fenomeno a sua volta condiziona la mente che si svilupperà nel bambino e nel futuro adulto.

Con queste premesse, sintesi di un ventennio di lavori in Psicologia Clinica Perinatale all’Università di Brescia e di una recente collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, si è strutturata una ricerca nazionale. Con l’obiettivo di identificare precocemente le maternità fragili e individuare modalità di aiuto che favoriscano un buono sviluppo dei bambini. L’ASST di Mantova ha partecipato allo studio attraverso il responsabile della struttura di Psicologia Clinica Andrea Benlodi, l’infermiera della Terapia Intensiva Neonatale Azzurra Saggiorato e l’ostetrica Sonia Ferrarini, coordinatrice dei consultori familiari. Sono state coinvolte 93 donne mediante la somministrazione di questionari durante i corsi di accompagnamento alla nascita e nel post ricovero in Terapia Intensiva Neonatale.

Quest’ultimo periodo – precisa lo psicologo e psicoterapeuta Andrea Benlodi – è particolarmente critico, perché le madri sono molto provate dal percorso ospedaliero, però temono le dimissioni. Che emotivamente vengono vissute come un abbandono da parte dell’assistenza nei confronti di eventuali criticità”.

La ricerca ha rilevato circa il 10 per cento di situazioni a rischio, coerentemente con i dati internazionali che evidenziano la presenza di 10-12 per cento di disturbi ansioso depressivi durante e dopo la gravidanza. La possibilità di individuare precocemente il disturbo ha permesso di progettare interventi clinici specifici. I test di verifica a sei mesi e a un anno dalla diagnosi hanno mostrato l’efficacia degli interventi clinici, mediante l’osservazione della ricaduta nella relazione positiva con i bambini. A fine trattamento, tutti i figli di queste madri, mostravano un neuro sviluppo nella norma. L’esito della ricerca ha portato la struttura di Psicologia Clinica di Mantova a essere inserita in un board di studi e ricerca guidato da ASST Monza e Brianza che include la collaborazione dell’Osservatorio di Psicologia Clinica Perinatale dell’Università di Brescia (professori Antonio Imbasciati e Loredana Cena) e del Premio Nobel per l’Economia 2020 James Heckman.

Se in un genitore sono presenti disturbi come ansia e depressione – continua Benlodi – lo sviluppo neuromentale del bambino è a rischio. Le ricerche cliniche e sperimentali delle scienze psicologiche nell’area dell’infant research e quelle delle neuroscienze hanno dimostrato come il cervello umano solo in minima parte maturi per il genoma in epoca fetale. Mentre dalla nascita, ma già negli ultimi mesi della gravidanza, viene costruito in progressive reti neurali che si generano con le esperienze interpersonali, anche intrauterine. La costruzione verso una ottimalità piuttosto che verso la patologia dipende dalla qualità della comunicazione non verbale che intercorre con i care giver”.

Una qualità da ascrivere alla struttura neuromentale di chi si prenda cura del piccolo, nonché alla possibilità che l’interazione con lui sia adeguata. Il premio Nobel Heckman ha dimostrato che un intervento precoce sulle situazioni a rischio nei primi mille giorni di vita del bambino permette un risparmio sanitario nel corso della vita. Secondo gli studi di Felitti l’incidenza di fattori stressanti precoci hanno un’influenza importante sulla genesi di svariate patologie come i disturbi cardiovascolari, il diabete, l’obesità, i disturbi delle funzioni generative, e di tutta la gamma dei disturbi del neuro sviluppo e psichiatrici dell’adulto.

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