Ginecologia, al Poma la tecnica del ‘linfonodo sentinella’

Chirurgia di precisione sui tumori dell’utero con tempi di degenza più brevi e riduzione delle complicanze post chirurgiche

In questi anni abbiamo sviluppato a Mantova e provincia un importante percorso di diagnosi e cura dei tumori della sfera genitale femminile. Quello della ginecologia oncologica è un modello multidisciplinare che vede la collaborazione tra numerosi specialisti e che viene continuamente aggiornato per assicurare il massimo livello di cura alle persone che si rivolgono a noi.
Fiori all’occhiello di questo percorso sono: la diagnosi e cura dei temibili tumori dell’ovaio; il percorso di presa in carico delle persone con mutazioni genetiche a rischio di tumori eredo-familiari (in collaborazione con il Centro di Genetica Oncologica e la Senologia); il percorso di chirurgia a tutela della fertilità, dedicato alle pazienti giovani che vivono l’esperienza del tumore e alle quali si offre la possibilità di guarire dalla malattia e, in un futuro, diventare madri.

Luca Orazi

Oggi si aggiunge al mosaico un’ulteriore, preziosa tessera. Con grande soddisfazione possiamo annunciare l’introduzione della tecnica del ‘linfonodo sentinella’ anche nella terapia dei tumori uterini. Una metodica che permette una chirurgia sempre più mirata, mini-invasiva e gentile, da offrire alle nostre pazienti. Il carcinoma endometriale è il più comune tumore ginecologico in Europa. La sua incidenza è in crescita per l’aumento dell’età media e dei fattori di rischio come l’obesità. Il sintomo guida è il sanguinamento genitale in menopausa o la comparsa di mestruazioni abbondanti in peri-menopausa.

Una piccola parte di sintomi descritti possono essere causati da questi tumori. Fortunatamente la maggior parte di tali malattie viene diagnosticata in uno stadio iniziale e ancora confinata all’utero, spesso con una ottima sopravvivenza. Solo nel 10-15 per cento dei casi alla diagnosi si riscontra già una metastasi nei linfonodi. Lo stato dei linfonodi è quindi il più importante fattore predittivo di sopravvivenza.

Fino ad oggi la maggioranza di queste pazienti venivano sottoposte a interventi anche molto estesi. Oltre all’asportazione di utero e ovaie si rendeva spesso necessaria anche l’asportazione di tutti i linfonodi pelvici e addominali solo per valutare lo stato linfonodale. Dal 2021 le linee guida internazionali hanno stabilito che è possibile offrire un approccio molto più conservativo e di pari efficacia, andando ad asportare i soli linfonodi ‘sentinella’, i primi ‘filtri’ che possono o no essere interessati dalla diffusione della malattia, evitando interventi più invasivi.

I progressi fatti nell’ambito della chirurgia mini-invasiva e di particolari tecniche basate su coloranti fluorescenti rendono oggi possibile, in centri di riferimento, una chirurgia molto più mirata e rispettosa della donna. In ASST Mantova è presente personale adeguatamente addestrato che da anni si occupa della diagnosi e cura dei tumori della sfera genitale femminile.

L’azienda ha messo a disposizione macchinari di ultima generazione e dal gennaio 2022 sono stati già trattati i primi casi con successo e notevole soddisfazione. Sono attesi una ulteriore riduzione delle già rare complicanze post-chirurgiche e tempi di degenza più brevi rispetto agli interventi tradizionali. L’impegno costante dei professionisti che animano il nostro percorso e dell’ASST Mantova è chiaro e va verso una sempre maggiore umanizzazione ed eccellenza delle cure.

Un percorso a tutela della fertilità

Nell’ambito della Rete Oncologica Ginecologica aziendale, particolare importanza è data alla Chirurgia a Tutela della Fertilità. Un approccio che mira, in casi selezionati, alla cura della malattia rispettando il desiderio di maternità delle pazienti più giovani colpite da tumori ginecologici. La prevenzione gioca un ruolo cardine. Per questo è stato istituito un percorso specifico, multidisciplinare e innovativo, dedicato delle persone portatrici della mutazione dei geni BRCA, che espone a un aumentato rischio di tumore dell’ovaio e della mammella. Dopo lo studio del livello di rischio oncologico per familiarità, in caso di positività al test che evidenzia una mutazione dei geni BRCA, la paziente viene affidata al percorso dedicato. La chirurgia profilattica consiste nell’asportazione di tube e ovaie per prevenire lo sviluppo del tumore. Viene eseguita rispettando il desiderio e i tempi di procreazione della donna, considerando che dopo i 40-45 anni la possibilità di sviluppare una patologia oncologica è molto più elevata. L’opportunità di ricorrere alla laparoscopia minimizza l’impatto sulla qualità di vita delle pazienti. Il percorso prevede inoltre controlli periodici, terapie farmacologiche e se necessario un adeguato supporto psicologico.


Luca Orazi è direttore facente funzione di Ostetricia e Ginecologia a Pieve di Coriano. È responsabile del gruppo di lavoro Fertility Sparing.

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