“Diecimila domani sono usciti dalla mia vita ieri”

Anche quest’anno è stato bandito il Premio nazionale di poesia Terra di Virgilio, promosso dall’associazione mantovana La corte dei poeti nell’ambito del Mantova Poesia-Festival Internazionale Virgilio. Il premio presenta due sezioni: Vita di scienza ed arte, per autori noti ed esordienti; L’ozio degli attivi, riservata a persone ospitate in strutture protette. La poesia dei luoghi difesi e tutelati, altrimenti definita “poesia dell’anima”, dà spazio all’espressione lirica di persone che praticano la scrittura come elemento di riscatto, di autocura e di reinserimento sociale. Si riportano qui le poesie della sezione L’ozio degli attivi, provenienti da case circondariali e strutture di cura e pubblicate nell’antologia del premio edizione 2021. Scadrà invece il 13 febbraio 2022 l’ottava edizione. Il bando per partecipare è pubblicato sul sito www.mantovapoesia.it


CE.INA.
Ospite del Sistema Poliambulatoriale REMS Strutture Residenziali Sanitarie di Castiglione delle Stiviere – Asst Mantova.

 

Fiume Rosa Cuore

Fiume
Un fiume con l’acqua chiara sta venendo da lontano
dove va lui non lo sa
nel mare, nell’oceano;
lui sa che la sua direzione è andare.

 

La rosa

C’è una rosa che può cambiare qualcosa
sentimento di amore
la rosa simbolo di un legame stretto
la rosa cambia qualcosa: due cuori che battono
e si sentono forte
tutto nell’uno e uno nel tutto

 

Cuore

Il cuore batte forte e tu non lo senti
io invece si
batte forte per te
e tu non lo ascolti il battito del tuo cuore
sei perso nei tuoi pensieri

 

Hecham Kechre, Casa Circondariale Lorusso e Cotugno di Torino

 

Domani

Diecimila domani
sono usciti dalla mia vita ieri
e ancora mi dico domani
domani arriva una nuvola
e mi bagna il cuore arido
domani passerà il fiume
e mi disseterà
il domani, già oggi
e oggi sarà ieri
e io aspetto con ansia
il nuovo domani

 

Massimo M. Ospite del Sistema Poliambulatoriale REMS Strutture Residenziali Sanitarie di Castiglione delle Stiviere – Asst Mantova

 

L’immaginata

Lei era del tempo anteriore, e nasceva nel mio principio
ancor prima di questo mio verso, ormai tramontato.
Era nata in quel luogo remoto e lontano, a detta di molti
evolvendosi sulla bocca di ognuno.
Il capitale ambivalente dei mondi, fino ad oggi, più sconosciuti.
Fui io il primo ad incontrarla, in quel giorno di fine settembre,
in mezzo al verde della Toscana, rispecchiandomi nel suo lucido sguardo
senza riuscire a capire cos’era quella natura a forma di donna.
Lei diventava il messaggio più muto, segno tangibile di ogni bellezza,
frutto di un seme a me sconosciuto, ancor più antico del mio.
A poco a poco mi rivestiva tutta la vita futura, sia con speranza che con volontà.
Sempre più nudo e con l’occhio rubino, desideroso solo di lei.
Io camminavo la sera e il mattino per ritrovare un nostro destino.
Non mi ricordo perché, lei continuava a rinascere in me,
con il sapore di chi: genera l’eternità.
Queste sono le calde virtù che si scioglievano in noi,
cuori ghiacciati da chi ci lasciava la sua verità
e ci trasformava così in identiche estremità.
Sarà con lei che vivrò l’unica stagione di uomo che ho.
L’avvolgerò in un’atmosfera bluastra riservata nel cosmo: solo per lei.

 

 

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