Medicina d’Urgenza, una corsia preferenziale per i pazienti più critici

Il direttore Massimo Amato illustra attività, potenzialità e prospettive di un reparto semi-intensivo in stretta connessione con il Pronto Soccorso

Si occupa di pazienti potenzialmente critici, con patologie che rischiano di andare incontro a una rapida evoluzione e quindi da sottoporre a un monitoraggio multiparametrico e cure avanzate. Si tratta della Medicina d’Urgenza, diretta insieme al Pronto Soccorso del Carlo Poma da Massimo Amato. Il primario spiega obiettivi, attività e prospettive di questa struttura, che registra circa 1.100 ricoveri all’anno.

Quando si parla di Medicina d’Urgenza a cosa si fa riferimento?

La Medicina d’Urgenza si configura come un reparto semi-intensivo. Si avvale di medici con competenze proprie di una disciplina da alcuni oggetto di una scuola di specializzazione medica post laurea. Dispone di monitor multiparametrici e ventilatori per l’assistenza respiratoria non-invasiva. La sua mission è quella di gestire in maniera rapida ed efficiente i pazienti più complessi che si trovano in Pronto Soccorso e non hanno bisogno di un ricovero in Rianimazione o di un trattamento in sala operatoria, ma di valutazioni, osservazione e approfondimenti diagnostico-terapeutici avanzati in ambiente protetto. Il reparto ha all’attivo 13 posti letto, oltre a una stanza dedicata a malati e caregiver del Percorso Delfino-DAMA, che per caratteristiche clinico-assistenziali proprie e per la tipologia del trattamento richiesto possono contare su una corsia ad hoc.

Come si collega alle altre strutture aziendali?

S’interfaccia con reparti come la Rianimazione, se occorre fare ricorso a un’assistenza non più intensivistica, o con reparti che propongo pazienti con necessità di cure semi-intensivistiche a seguito di un improvviso aggravamento del quadro clinico. Rimane comunque la priorità riservata ai pazienti provenienti direttamente dal Pronto Soccorso, che per le loro caratteristiche o per un potenziale sviluppo dell’iter diagnostico-terapeutico proprio della medicina d’urgenza trovano qui il loro setting di cura ideale.

Quale ruolo ha avuto nella gestione dell’emergenza Covid?

Durante la pandemia, come altre strutture, la Medicina d’Urgenza si è trasformata in reparto ad alta intensità di cura per pazienti con gravissima compromissione dell’apparato respiratorio, operando in strettissima collaborazione con i colleghi della Rianimazione e della Pneumologia.

Come sarà la Medicina d’urgenza del futuro?

Immagino una Medicina d’Urgenza sempre più a contatto con il Pronto Soccorso, in continuità con la shock-room e i colleghi urgentisti, al fine di creare un corridoio preferenziale per i pazienti più critici. Tale prospettiva sarà ancora più concreta con la costruzione del Blocco E, che prevede un’unica piastra per l’emergenza: Pronto Soccorso adiacente per affinità clinica e anche per vicinanza fisica alla Medicina d’Urgenza.

 

Elena Miglioli è il direttore del periodico Mantova Salute, responsabile dell’Area Ufficio Stampa e Comunicazione ASST di Mantova. Giornalista professionista, scrittrice, poetessa. Ama tutte le forme d’arte, ma mette la musica (classica) al primo posto.

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