Drepanocitosi, durante l’emergenza calo degli eventi acuti per i bimbi

Studio pediatrico multicentrico: le restrizioni durante la pandemia hanno contribuito a ridurre gli accessi in Pronto Soccorso. Sotto osservazione 839 pazienti

Uno studio multicentrico retrospettivo per  valutare l’andamento degli eventi acuti nei bambini con drepanocitosi  in Italia durante la pandemia, analizzando gli accessi al Pronto Soccorso e i ricoveri per  crisi vaso occlusive, sindrome acuta polmonare e febbre  durante il periodo del lockdown della prima ondata (21 febbraio-30 aprile 2020) rispetto allo stesso periodo del 2019.

L’obiettivo secondario della ricerca, condotta dalla struttura di Pediatria del Carlo Poma, era di valutare se le cure fornite per la gestione degli eventi acuti dovessero essere modificate relativamente a quanto raccomandato dalle Linee Guida Nazionali AIEOP (Associazione Italiana Emato-Oncologia Pediatrica) per la pandemia.

Sono stati valutati 839 pazienti (419 maschi  e 420 femmina) con drepanocitosi seguiti in 22 centri. Nel 2020 si è verificata una significativa riduzione di tutti gli accessi in Pronto Soccorso pediatrico rispetto all’anno precedente (43 per cento contro il 73 per cento, – 40 per cento; P = 0 001) senza differenze nelle tre aree del paese: Nord, Centro e Sud. Anche i ricoveri sono diminuiti (55 per cento contro il 77 per cento, – 30 per cento; P = 0 025), e la riduzione più significativa è avvenuta nelle Regioni del Nord più colpite dalla pandemia (P = 0 016).

Le cause di ricovero per eventi acuti nei bambini con drepanocitosi quali sindrome vaso-occlusiva, sindrome acuta polmonare e febbre sono state complessivamente ridotte, ma quelle dovute ad altre cause quali crisi emolitiche, convulsioni o altro, sono rimaste invariate.

In Italia durante il primo lockdown, a sorpresa rispetto a tutti gli altri paesi europei, non ci sono stati bambini con drepanocitosi positivi al COVID-19, nonostante l’altissimo numero di positivi tra la popolazione generale, compresi i bambini.  Inoltre, a differenza di altri paesi europei,  i bambini con drepanocitosi  hanno avuto meno accessi in Pronto Soccorso per eventi acuti  e non si sono verificate complicanze gravi o decessi  dovuti a ritardi di cura.

Tra febbraio e aprile 2020, solo uno dei 22 centri  ha implementato dei percorsi alternativi per la gestione della febbre, suggerendo che i bambini con drepanocitosi non dovessero recarsi in Pronto Soccorso in caso di febbre, ma restando a casa avrebbero dovuto  iniziare la terapia antibiotica orale, a differenza di quanto indicato nelle Linee guida AIEOP.

Gli altri 21 centri hanno invece continuato a seguire le linee guida AIEOP per la gestione degli eventi acuti della drepanocitosi, consigliando ai pazienti e alle famiglie di attenersi ai protocolli in uso che prevedono  visita urgente in Pronto Soccorso in caso di comparsa di sintomatologia acuta. Pertanto, è improbabile che la riduzione degli eventi acuti osservata fosse dovuta a un aumento della gestione del dolore a domicilio, sebbene lo studio non  includesse  la valutazione del consumo di antidolorifici a casa.

I controlli di laboratorio di routine sono stati rinviati. Nel alcuni centri, il monitoraggio del danno d’organo cronico (incluso il Doppler transcranico) è stato rinviato e l’exanguinotrasfusione è stata a volte riprogrammata  senza alcun impatto sulle manifestazioni acute  o sulla sopravvivenza a breve termine.

In Italia, durante la pandemia tutti i bambini hanno ridotto gli accessi al Pronto Soccorso con peggioramento clinico di tutte le patologie croniche, ritardate diagnosi o aumento della gravità della sintomatologia clinica al momento del ricovero. Questo non sembra essersi verificato nei bambini con drepanocitosi.

Questo potrebbe essere dovuto a diversi motivi. Innanzitutto la situazione generale in Italia, dove la  diffusa paura del contagio da COVID-19 ha spinto l’intera popolazione a restare a casa e a limitare i contatti. In secondo luogo le misure di contenimento delle infezioni ampiamente adottate con l’utilizzo delle  mascherine e il distanziamento sociale, associati alla chiusura  delle scuole, ha ridotto la diffusione delle infezione stagionali che sono un noto fattore scatenante per gli eventi acuti nei bambini con drepanocitosi.

Il nostro lavoro ha quindi confermato che le infezioni sono l’innesco più frequente di morbilità nei pazienti con drepanocitosi  specialmente in età pediatrica e le misure di prevenzione delle infezioni possono efficacemente limitare gli eventi acuti.

 

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

Archivi
Categorie
Iscriviti alla newsletter