Oncologia, cuffie refrigeranti contro l’alopecia: così si salva l’identità della donna

In Oncologia lo Scalp Cooler ha permesso alle pazienti con carcinoma mammario trattate con chemioterapia di ridurre o eliminare la perdita dei capelli

Il carcinoma della mammella è la neoplasia più frequente per incidenza nella popolazione femminile. L’andamento del tumore al seno appare in leggero aumento, mentre continua significativamente a diminuire la mortalità. Il motivo di tale andamento sono i trattamenti sempre più mirati, chemioterapia antiblastica e terapie monoclonali specifiche.

La chemioterapia impiegata per il trattamento del carcinoma mammario provoca inevitabilmente alopecia in particolar modo durante l’impiego di antracicline. Spesso ciò che spaventa di più le pazienti, ancora più della terapia, è la perdita totale dei propri capelli che viene vissuta come una perdita di femminilità, perdita della propria identità e come segno di malattia andando di conseguenza ad alterare i rapporti sociali e ad interferire nella sfera psicologica e sessuale.

La struttura complessa di Oncologia ASST Mantova, in particolare in Day Hospital, fornisce alle pazienti la possibilità di associare al trattamento chemioterapico tradizionale lo Scalp Cooler, un dispositivo medico refrigerante che attraverso l’utilizzo di cuffie refrigerate consente di ridurre o eliminare la perdita dei capelli.

Il principio su cui si basa lo Scalp Cooler è la vasocostrizione a livello del cuoio capelluto attraverso il posizionamento di una calotta in silicone refrigerata che mantiene una temperatura costante di -4°C.

In Day Hospital è in corso uno studio per valutare l’efficacia dello Scalp; i dati raccolti dal 2016 ad oggi mostrano che i risultati sono in linea con i dati in letteratura, ciò significa che si ha un’efficacia dell’80-90 per cento per i taxani, 80 per cento per l’eribulina e solamente 35-40 per cento per le antracicline.

Sono comunque diverse le pazienti che sono riuscite a non presentare alopecia dopo l’infusione di antracicline e per le pazienti che hanno riportato un’alopecia di grado 2 (scala di Ludwing) continuando ad utilizzare lo scalp durante le successive somministrazioni di taxani si è notato come è più rapida la ricrescita dei capelli.

Inoltre è stato somministrato un questionario alle pazienti per valutare la customer satisfaction relativa all’utilizzo dello scalp. I dati raccolti hanno evidenziato che le pazienti che sono riuscite a non perdere i capelli e quelle pazienti che hanno riportato alopecia di grado 1 sono decisamente soddisfatte; le pazienti che hanno presentato alopecia di grado 2 in seguito alla somministrazione di antracicline, ma con successiva ricrescita durante le infusioni di taxani sono comunque soddisfatte (la motivazione che spicca è l’aver evitato di acquistare parrucche o cuffiette e quindi di riconoscersi); infine le pazienti che hanno presentato alopecia totale con sospensione del trattamento refrigerante ovviamente non sono soddisfatte, ma comunque fiere di averci provato.

L’Oncologia ha come sempre l’obiettivo di curare e trattare le patologie tumorali ma sempre di più anche quello di aiutare i pazienti a superare tutte quelle difficoltà che troppo spesso appaiono meno importanti ma che in realtà sono molto rilevanti.

 

Anita Rimanti è un medico; Simona Tellini è un’infermiera, entrambe prestano servizio nella struttura Oncologia ASST Mantova

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