Sono tante le buone pratiche italiane di utilizzo di social e chat per il servizio pubblico. Serve correre con la riforma della comunicazione pubblica
La comunicazione ha un ruolo essenziale. È essenza stessa della qualità dei servizi che fornisce la Pubblica amministrazione. Di questo farò il centro del mio mandato, bisogna sfruttare le opportunità delle piattaforme social per potenziare la comunicazione delle amministrazioni pubbliche con i cittadini e, al tempo stesso, considerare il contrasto alle fake news e la corretta informazione come bene pubblico da produrre e distribuire. Parola del ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta.
Il progetto di riforma italiano della comunicazione pubblica è un ottimo esempio di uso strategico dei social media. Parola di Ángel Gurría, segretario generale Ocse. Da queste dichiarazioni recenti, in occasione del convegno internazionale Ocse del mese scorso sulla comunicazione e sull’utilizzo dei social network per le politiche dei Governi, è possibile capire lo stato dell’arte della comunicazione e informazione pubblica del nostro Paese.
In Italia esistono molte buone pratiche di utilizzo di web, social network e chat per il servizio al cittadino, la pandemia ha accelerato un processo già in atto, acceso un riflettore enorme sulle opportunità del digitale e spinto enti e aziende pubbliche a sperimentare nuovi strumenti e a mettere in campo ulteriori servizi di informazione, comunicazione, dialogo e interazione per i cittadini.
Il 2020 è stato anche l’anno dell’avvio del percorso istituzionale di riforma della legge 150 sulla comunicazione pubblica, un aggiornamento necessario e da sempre sostenuto dall’associazione PA Social. Con questi obiettivi principali: una forte svolta digitale, il riconoscimento delle professionalità, un nuovo modello organizzativo da redazione unica, diffusa, integrata con stella polare il servizio al cittadino, un ricambio generazionale con l’ingresso di nuove competenze e un ruolo adeguato per chi è già all’interno delle nostre amministrazioni e da anni svolge un lavoro quotidiano straordinario.
Siamo in ritardo, c’è bisogno di recuperare il tempo perduto e anche per questo PA Social ha promosso una petizione online (già firmata da oltre 500 tra professionisti, enti e aziende del settore pubblico) per chiedere un’accelerazione e una PA digitale, semplice, trasparente. Siamo entrati nell’era matura del digitale, è ora di affrontare tutte le sfide e le opportunità che si porta dietro, con la consapevolezza che non si può più tornare indietro.
Con una risposta che non resti figlia di una particolare sensibilità e intraprendenza di tanti singoli professionisti o dell’esigenza dovuta all’emergenza, ma che sia strutturale e nuova normalità del nostro settore pubblico. Il 2021 dev’essere l’anno della consacrazione definitiva della comunicazione e informazione pubblica digitale, questo percorso non può più fare a meno di una legge di settore rinnovata, al passo coi tempi, di ampia prospettiva.
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Francesco Di Costanzo è il presidente di PA Social, la prima associazione italiana per la comunicazione e informazione digitale