Tra fatica e gratitudine: la doppia faccia di un anno particolare
Un Natale strano, un Natale stanco. Così mi sembra di percepire quello del 2020, una festa che conclude un anno particolare, per molti drammatico. Le luci sembrano più fioche – sarà la nebbia.
Trecentosessantacinque giorni passati in fretta tra confusione e paura, adrenalina e stanchezza, entusiasmo e sconforto. E a conclusione la festa più luminosa di tutte: il Natale. Qualche regalo in meno sotto l’albero, qualche valore in più nel cuore.
Decido di concentrarmi sulla bellezza perché è un argomento che mi appassiona più di qualunque altro. Ritrovo nella nebbia e nelle luci fioche, tanti gesti che forse gli scorsi anni mi colpivano meno o che forse davo un po’ per scontato.
E così non posso non rimanere colpita da Carmela, una mamma, un privato cittadino, che si mette in contatto con l’ospedale perché vorrebbe donare dei giocattoli alla Pediatria per Santa Lucia. Arriva con un carrettino pieno di scatole colorate e dolciumi che consegna al primario e alla coordinatrice infermieristica perché in reparto non può entrare. Con l’appoggio del marito, è riuscita a regalare un sorriso a ogni piccolo paziente ricoverato durante questa festa magica. Ha accarezzato da lontano persone che neanche conosce attraverso il gesto semplice di un dono inaspettato.
Ci spiega che è solita fare donazioni del genere: “Finché Dio vuole, le faccio” commenta.
Poi altre due mamme, Erica ed Eleonora, che collaborano con una casa editrice britannica specializzata in libri per bambini. Iniziano una raccolta fondi: ogni libro venduto regala un euro ad ABIO, un’associazione di volontariato che da oltre 20 anni si occupa dell’accoglienza e dell’animazione in Pediatria. Anche la loro idea, nata in maniera spontanea, vuole donare libri e sorrisi ai più piccoli.
Insieme a loro, tante storie di solidarietà che hanno visto protagonisti aziende, cittadini, associazioni e service club. Tutti uniti, come a inizio pandemia, per fare felici altre persone che nemmeno si conoscono.
Con il lancio del suo ultimo libro lo scrittore Alessandro d’Avenia invita alla ribellezza: un neologismo che indica una ribellioni il cui scopo ultimo non sia la distruzione, ma la bellezza. Che non sia già iniziata?
Maddalena Bellei è una graphic designer e lavora negli uffici della Comunicazione di ASST. Ha capito lo scopo della sua vita grazie ad Alessandro D’Avenia: “Strappare la bellezza al mondo ovunque essa sia e regalarla a chi ti sta accanto: per questo sono al mondo”. Ama la fotografia, il cinema, il mare e Nicolò al quale deve tutto.