Paolo Pisi racconta i suoi eroi nascosti: “Tutti noi abbiamo un dono e quando lo scopriamo siamo a posto”

Medico Legale e scrittore, è autore del libro ‘Il meccanico di Nuvolari e altri personaggi di genio’

Quanta strada ha fatto Paolo Pisi? Ha vagato in lungo e in largo per il suo mondo immaginario o reale. Per ritrovarsi seduto a fianco di Tazio Nuvolari. Sull’Alfa 1750 che proprio grazie a lui, il meccanico dalle mani d’oro, batte il 2300 del campione Enzo Ferrari. Sopra un ring a prendere pugni in faccia, perché lui è il pugile che non ha mai vinto una gara, ma dopo cento incontri andati storti, sferra il colpo miracoloso e ribalta la sua sorte. A camminare su una fune guardando in basso e chiedendosi come mai deve toccare proprio a lui, così riluttante, il ruolo di funambolo.

Pisi, 56 anni, medico legale di ASST Mantova, musicista e scrittore, un funambolo lo è davvero. Visto che quando si mettono le mani sulla pagina bianca, la rete che ti salva sotto non c’è e bisogna un po’ affidarsi al vuoto di quella pagina: che sia lei a partorire la storia. Concepita ogni volta in modo diverso: “Funambolo e riluttante. Per tanto tempo ho avuto queste due parole che mi rimbalzavano nella mente. Non sapevo cosa dovessi farmene. A un certo punto hanno preso forma. Nella maggior parte dei casi le immagini diventano prima canzoni e poi racconti”.

C’è sempre un doppio filo che lega le parole alle note. Musica e scrittura nella vita del professionista prendono lo stesso ritmo, tanto che le presentazioni del suo volume diventano reading-concerti: “Prima leggiamo, poi suoniamo. Io autore, voce e tastiera. Tutto è iniziato negli anni ’80, quando con i miei amici ho fondato i Choolers. Scrivevo canzoni e con il gruppo le suonavamo. Erano tempi in cui essere adolescenti significava lasciare al mondo il proprio messaggio. Poi è venuto il turno delle cover band e non c’era più spazio per noi. Così abbiamo deciso di darci alle cover, ma riarrangiate ed eseguite a modo nostro, con uno stile originale. Forse anche da questo vuoto è nato il mio desiderio di scrivere”.

Nel 2018, dopo dieci anni di gestazione, viene pubblicato il libro Il meccanico di Nuvolari e altri personaggi di genio (Gilgamesh Edizioni). Il racconto che dà il titolo alla raccolta si aggiudica il premio Cesare Pavese, sezione narrativa inedita-medici scrittori. Un viaggio scanzonato alla scoperta del lato più segreto dell’esistenza, stando dalla parte di perdenti che di punto in bianco si trasformano in vincenti. Perché vincenti, in fondo, lo sono già in partenza. E di certo lo siamo tutti, prima o poi, per una ragione o per l’altra. Sono i gregari, quelli che dietro le quinte permettono agli eroi che stanno sul palcoscenico di essere eroi. E a quel punto ci si domanda se i veri eroi sono i primi o i secondi: “C’è un po’ di Paolo in tutti i miei personaggi. Ho voluto valorizzare chi di solito è nascosto, ma ha doti straordinarie”.

Lui che è medico, tra l’altro, sa bene che le parole hanno un potere curativo. Chissà se curano maggiormente chi legge o chi scrive: “La scrittura è un’opportunità per non farsi schiacciare dalle difficoltà e dalle sofferenze della vita. Io lavoro in un contesto particolare, visite per rinnovi di patenti, ma sono comunque a contatto con la disabilità e la malattia cronica. Il disagio e il dolore non mancano”.

Allora canta, che ti passa. Lui lo fa in modo spassoso, ma in punta di piedi. Con una delicatezza che resta impressa nella voce e sulle pagine. Da leggere a tutta velocità, come un certo personaggio dei cartoni animati a cui affida una dedica memorabile spedita ai suoi lettori: “Un racconto per tutti quelli che hanno sperato che almeno una volta il Coyote catturasse quello stronzo di Bip-Bip”.

Si ride. Si sogna. Si riflette. Soprattutto ci si accende, pensando a quell’idea che Paolo Pisi mette sulla bocca di Decimo, il leggendario mago dei motori di Nuvolari. Come una fiaccola che sa scaldare il cuore: “Tutti noi abbiamo dei doni ed è quello che almeno in qualcosa ci fa essere più bravi degli altri. Una volta che scopri qual è il tuo dono sei a posto, perché ringrazi di essere il migliore a fare quella cosa e, con umiltà, accetti che tutti gli altri siano più bravi di te nel resto, ognuno con una sua eccellenza. Io sono bravo a fare il meccanico”.

Elena Miglioli è il direttore del periodico Mantova Salute, responsabile dell’Area Ufficio Stampa, Comunicazione e Urp ASST di Mantova. Giornalista professionista, scrittrice, poetessa. Ama tutte le forme d’arte, ma mette la musica (classica) al primo posto.

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