Alice Mantova in una rete di imprese sociali che promuovono il progetto ‘Il paziente riscoperto’
Una rete interprovinciale formata da imprese sociali fra cui Yeah di Verona e Curare a Casa di Vicenza, coordinate dallaCooperativa sociale Anziani e non solo che da oltre un decennio si occupa dei diritti e dei servizi per i familiari, sta avviando a Mantova, Verona e Vicenza un progetto denominato IL PAZIENTE RISCOPERTO. Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Cariverona, ha l’obiettivo di sostenere i caregiver con spazi e servizi dedicati e di valorizzare il loro ruolo, con interventi di inclusione sociale. S’intende dare risalto alla preziosa risorsa che i caregiver rappresentano per la società e renderli attori di un modello di welfare più sostenibile, soprattutto in vista dell’invecchiamento demografico in corso.
A Mantova l’iniziativa è stata subito accolta favorevolmente dall’assessorato ai servizi sociali del Comune che ha fornito il suo patrocinio. Anziani e non solo collabora con il Consorzio SOL.CO e con diverse Associazioni di volontariato, fra cui ALICE, che opera per i malati di ictus, e l’associazione Signora Parkinson. Sono previsti cicli di incontri educazionali e percorsi formativi per aiutare i caregiver a prendere consapevolezza dell’importanza di prendersi cura della propria salute fisica e psicologica e di fornire strategie di riduzione dello stress. Verranno attivati anche gruppi di auto mutuo aiuto rivolti ai caregiver di pazienti affetti da diverse patologie.
Chi è il caregiver? Qualcuno che si prende cura, gratuitamente e volontariamente, di una persona cara non autosufficiente o fragile. In questa società in cui le difficoltà e la frammentazione delle reti sociali rischiano di produrre lacerazioni sempre più evidenti, il familiare che si assume compiti di cura rappresenta una risorsa indispensabile per il welfare delle comunità.
La famiglia diventa sempre più spesso il luogo in cui si accumulano i carichi assistenziali. In assenza di un adeguato sistema di supporto, prendersi cura di un familiare può influire negativamente sulle condizioni economiche, sulle reti sociali e sul benessere bio-psico-fisico del caregiver, che è stato spesso definito un “paziente nascosto”. Inoltre, per poter svolgere al meglio il proprio compito, il caregiver deve essere sempre più competente, in modo da poter affrontare al meglio le problematiche della gestione dell’assistenza.
Si passa dalla cura al ‘prendersi cura’, concetto che unisce la competenza professionale e il coinvolgimento della persona che soffre e di chi lo assiste. ALICE Mantova mette in pratica questo approccio basato sull’empatia, anche grazie alla collaborazione stretta tra volontari, familiari e professionisti di ASST Mantova. Un approccio nato da una serie di riflessioni emerse dall’esperienza sul campo. I volontari di Alice sono stati infatti invitati a partecipare ai colloqui individuali insieme ai familiari che il direttore di struttura teneva con il proprio team multidisciplinare, già al manifestarsi dell’episodio cerebrovascolare.
L’iniziativa ha offerto lo spunto per strutturare un nuovo piano socio-culturale, nel quale i familiari venivano avvicinati in fase acuta per fornire risposte alle loro molteplici domande e soddisfare i loro concreti bisogni. I caregiver sono stati successivamente al fianco dei malati anche nelle strutture specialistiche di riabilitazione.
Nella maggior parte dei casi è emersa l’angoscia che evoca la diagnosi dell’Ictus. Con questo nuovo approccio però si è evidenziato come i pazienti e i loro cari siano diventati sempre più esperti nella gestione dei loro reciproci status. I malati, inoltre, non vogliono essere considerati ex-pazienti, ma persone nate due volte, con la convinzione che la seconda vita può e deve essere migliore della prima. Mentre i caregiver hanno raggiunto una misurata soddisfazione per i progressi evidenziati con la migliorata proposta assistenziale.