La storia della sanità ad Asola, dall’Ospizio di San Lorenzo all’ospedale Civico

La presenza della struttura già nel 1192. Nel XV secolo nacque anche un secondo nosocomio, detto ‘Delle Milizie’, per volere del Maggior Consiglio della Serenissima

La presenza di un ospedale ad Asola è attestata da più documenti medioevali, in particolare da un diploma imperiale del 27 luglio 1192. L’ospedale doveva essere attivo già da molto tempo, era denominato Ospizio di San Lorenzo e svolgeva numerose funzioni: xenodochio, o albergo per i pellegrini, lazzaretto per lebbrosi ed appestati e ospizio per la cura di infermi indigenti.

Fu gestito di volta in volta da un Consorzio di Santa Maria Assunta  (forse una istituzione benefica gestita da cittadini, mercanti e notabili asolani), dai benedettini di Acquanegra e, per tutto il ‘400, dai Padri della Misericordia di Asola. Si finanziava grazie ai ”larghissimi beni” di cui era dotato e alle sovvenzioni di privati, delle Monache di S. Chiara e della locale Corporazione dei Bombardieri. Risulta che, nel 1480, il medesimo ospedale poteva contare anche sugli introiti che ricavava dallo sfruttamento di una cava di salnitro a Casal Mauri.

Avendo evidentemente un surplus di denaro da investire, aprì una attività parabancaria, affidata ad un cassiere ebreo, da cui ricavava ulteriori proventi. Nel XVI secolo l’amministrazione dell’antico Ospedale, divenuto “dei Poveri”, passò alla locale Diaconìa (un sorta di Charitas del tempo) fino al 1797 quando, a seguito della
soppressione delle congregazioni religiose, l’ Ospedale divenne “Civico” e dato in proprietà al Comune di Asola, pur continuando ad essere condotto da personale religioso.

Archivio di Stato di Mantova. Mappa catastale di Asola, 1811. In alto a sinistra gli edifici di Palazzo Mangeri, sede dell’ospedale attuale

A partire dalla fine del XV secolo Asola ebbe anche un secondo ospedale, detto “delle Milizie”, istituito per volere del Maggior Consiglio della Serenissima e destinato ad ospitare i soldati della guarnigione che presidiava la fortezza di Asola. L’ubicazione dei due ospedali ci è nota grazie ad una mappa di Asola risalente al 1728 (Archivio Storico Comunale di Asola) in cui si indica che l’ospedale “dei Poveri” era situato nel quartiere di sud-est, nei pressi dell’area anticamente occupata dal cosiddetto “lago” di Asola, un’area depressa ai bordi dell’abitato alimentata dalle ricorrenti piene del Chiese. L’ospedale delle Milizie, invece, risulta collocato a nord-ovest vicino alle caserme dei militari, addossato agli edifici appartenenti al complesso di Palazzo Mangeri.

Poiché l’antica sede dell’Ospedale Civico risultava insufficiente
per le rinnovate esigenze di cura ospedaliera del nascente XIX secolo, il Conte Abate Francesco Mangeri nel 1803 trasformava il suo palazzo padronale (con gli edifici e i terreni annessi  su cui si è via via sviluppato l’ospedale attuale) in un ospizio per malati cronici che, man mano, assunse anche le funzioni di ospedale per acuti e di brefotrofio. L’Amministrazione austriaca, dopo il 1815,  assunse direttamente la gestione del nuovo ospedale fino al 1859. Dopo la seconda guerra d’indipendenza, Asola e il suo ospedale entravano a far parte del Regno Sardo-Piemontese, prima, e del Regno d’Italia poi, seguendo le vicende istituzionali comuni a tutti gli ospedali del Regno e della Repubblica Italiana, fino ad oggi.

*Fonti: Armando Bertuzzi, “Asola. Storia e origini dell’ospedale con le
sue vicende politiche e amministrative” e Ester Cauzzi, archivista del Comune
di Asola.

 

Gilberto Roccabianca è uno storico locale. È stato dirigente negli ospedali di Verona e di Mantova. Appassionato di storia della sanità mantovana, pubblica sul nostro magazine dal 2012.

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