Vaccinarsi in gravidanza: un salvagente per la mamma e il bimbo

Anti-influenzale e anti-pertosse sono sicuri e raccomandati per evitare complicanze anche gravi

I vaccini rappresentano per la donna incinta un’occasione importante per proteggere sé stessa e il proprio bambino. Garantiscono infatti una protezione da infezioni che potrebbero avere complicanze durante la gestazione o i primi mesi di vita dell’infante. Attualmente, i vaccini raccomandati in gravidanza sono due: il anti-influenzale e anti pertosse. Il vaccino anti pertosse è disponibile in commercio in una formula che lo vede sempre combinato con i vaccini anti difterite e anti tetano, che chiaramente non sono in alcun modo pericolosi per la gestante e il feto.

Il vaccino anti-influenzale

L’influenza può essere rischiosa sia per la mamma che per il bambino: infatti in gravidanza le donne hanno un rischio aumentato di sviluppare complicanze gravi, specie quelle che soffrono di asma, diabete o che sono obese. Fra le possibili complicanze per il feto parto pretermine, basso peso alla nascita, aborto e morte neonatale.

Il vaccino anti-influenzale induce anticorpi umorali contro le emoagglutinine che neutralizzano i virus influenzali. La vaccinazione, secondo le raccomandazioni delle autorità sanitarie internazionali viene effettuata in qualsiasi trimestre della gravidanza. Ha un effetto protettivo sui neonati che si determina attraverso il passaggio di anticorpi dalla madre al feto dopo circa due settimane dalla vaccinazione. Tali anticorpi persistono nel neonato e conferiscono una protezione contro l’influenza pari a circa il 50-80 per cento. L’anti-influenzale è sicura ed efficace anche in gravidanza e in Italia è offerta gratuitamente. Può essere somministrato durante l’allattamento.

Il vaccino anti pertosse

Serve a ottenere un’immunizzazione contro l’agente eziologico della pertosse, ossia il batterio Bordetella pertussis. La pertosse (o tosse convulsa), se contratta dal bambino nei primi mesi di vita, può essere molto grave e persino mortale. La fonte di infezione è frequentemente la madre e la protezione conferita passivamente da madri infettate o vaccinate molti anni prima della gravidanza è labile e incostante. Vaccinare la madre nelle ultime settimane di gravidanza consente il trasferimento passivo di anticorpi in grado di proteggere il neonato fino allo sviluppo di una protezione attiva attraverso la vaccinazione del bambino, a partire dal terzo mese di vita.

Il periodo raccomandato per effettuare la vaccinazione è dalla 27esima alla 36esima settimana di gestazione, idealmente intorno alla 28esima settimana. La vaccinazione deve essere effettuata ad ogni gravidanza, anche se la donna è già stata vaccinata o è in regola con i richiami decennali o ha già avuto la pertosse.

Effetti collaterali e le controindicazioni

I vaccini contro influenza e pertosse sono farmaci e, in quanto tali, possono avere effetti collaterali, talvolta anche seri (ad esempio reazioni allergiche). Tuttavia, il più delle volte, gli effetti collaterali riscontrati sono disturbi di lieve entità clinica e che gli effetti avversi più gravi sono una vera rarità.

Nessuno studio condotto fino a oggi ha evidenziato effetti avversi sul feto dovuti alle vaccinazioni contro influenza e pertosse conseguite nel periodo della gravidanza.

I vaccini raccomandati in gravidanza sono controindicati per tutti quelle donne che hanno presentato una reazione allergica a uno delle sostanze contenute nel preparato vaccinale (eccipienti compresi) o che hanno manifestato una reazione allergica a una dose precedente della stessa vaccinazione.

 

Antonietta Giardino è responsabile del servizio Vaccinazioni di ASST Mantova

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