Urologia, interventi più sicuri grazie alle misure preventive

Due studi sul Covid, uno dei quali indaga sull’accesso ridotto alla chirurgia in condizioni di emergenza urgenza

Due studi in ambito Covid per l’Urologia dell’ASST di Mantova, rappresentata da Paolo Parma, responsabile della struttura semplice di Urologia di Pieve di Coriano.

Il primo studio, che ha visto la collaborazione tra numerosi specialisti ed è stato pubblicato su una rivista internazionale, si è concentrato sull’accesso ridotto alla chirurgia urologica in condizioni di emergenza e urgenza da parte dei pazienti durante la pandemia.

Il secondo studio, in fase di pubblicazione, valuta l’impatto del Covid-19 sui pazienti sottoposti a intervento chirurgico urologico programmato.  Ha coinvolto, oltre all’Urologia del Poma, 28 centri italiani fra il 24 febbraio e il 30 marzo.

Paolo Parma (secondo da destra) e altri professionisti in una fotografia di repertoria (2019)

Dei 1.943 pazienti reclutati, il 5,2 per cento ha riportato febbre post operatoria per oltre giorni e il 3,1 per cento sintomi respiratori dopo l’intervento chirurgico. Erano proprio questi i sintomi indagati dai ricercatori. A due settimane dalle dimissioni, infatti, tutti i pazienticoinvolti nello studio osservazionale sono stati contatti telefonicamente per il monitoraggio dei due parametri in questione.

Tra gli obiettivi anche quello di individuare fattori geografici, clinici e chirurgici predittivi di complicanze postoperatorie. In conclusione, gli specialisti hanno riscontrato che durante l’epidemia l’adozione di misure preventive, tra le quali l’esecuzione del tampone e il ricovero in reparti covid-free, si è rivelata una condizione estremamente importante per garantire al paziente la sicurezza necessaria.

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