Nasce un gruppo di scrittura collettiva per esorcizzare la solitudine imposta dall’epidemia, restare in contatto e condividere emozioni
Il 20 febbraio si conclude dopo un percorso di gruppo in sette incontri, al Consultorio di Goito, il terzo ciclo Il mondo femminile nelle relazioni affettive. Questo percorso, iniziato nel 2018, è stato curato da me, dalla psicologa Elisabetta Fronzoli e dall’assistente sociale Leonarda D’Apolito. Di rito alla fine di ogni percorso si mangia una pizza tutte insieme. Il gruppo – composto da donne vivaci, brillanti, piene di vita e soprattutto resilienti – si è soprannominato Fight club.
Tra le partecipanti nasce il desiderio di tenersi in contatto anche fuori dal contesto istituzionale in cui si sono incontrate. Ma poco dopo scoppia l’epidemia, con tutte le sue conseguenze. Improvvisamente passiamo da frenetici a reclusi, iniziamo un periodo di introspezione dentro la nostra vita e di osservazione di quella degli altri, da una finestra, da un balcone, da uno schermo.
E cosa fa Fight club? Anna mi contatta con l’idea di lanciare un “gruppo di scrittura collettiva”. Capisco che in questo momento è un canale importante perché tiene i fili delle relazioni, le parole ci possono far compagnia, possono riempire i silenzi, aiutano a pensare. Anna propone al gruppo l’idea e trova un seguito: alcune scriveranno attivamente, altre saranno preziose lettrici. Ci diamo un metodo: andremo in ordine alfabetico, ognuna scriverà un pezzo e se qualcuno non saprà cosa scrivere, passerà. Lo strumento usato sarà la mail. Si parte con l’incipit di Anna:
“ Dalle persiane filtravano sorrisi di luce, Eleonora si stiracchiò ed aprì gli occhi, scese dal letto e aprì le imposte. Un’ondata di luce inondò la stanza e lei si sentì avvolgere dall’azzurro del cielo.
Una “giornata meravigliosa” pensò Eleonora. Sì, una meravigliosa giornata e lei era pronta per partire…”
Il tema è il viaggio: una donna, una svolta nella sua vita, una ricerca di senso. Così ognuna di noi inizia a scrivere. Ma questa volta il “mostro Covid-19” non c’è, non compare. Una casualità? Non credo! Scrivere ha contribuito a farci viaggiare in mondi incontaminati dove l’angoscia per la morte di tante persone è tenuta lontana, il distanziamento sociale non esiste, non c’è la solitudine che opprime e deprime.
La scrittura, come dice Anna, ha consentito al gruppo di sognare, e, aggiungerei, di depositare sul personaggio di Eleonora, le parti di noi evolute, quelle che sono alla costante ricerca di un senso di sé, di una dimensione femminile che “combatte” la routine quotidiana della vita.
La quarantena, come scrive lo psicanalista Recalcati, ha messo alla prova le nostre risorse emotive più profonde. Ha imposto una benefica disintossicazione psichica dalla nostra iperattività e dalle nostre dipendenze. In questo lo scrivere è stato un esercizio che ha lavorato nel profondo.
Dedichiamo questo racconto a tutte le donne che sono state parte attiva nell’emergenza, in modalità differenti, in settori diversi. E non ci possiamo dimenticare delle donne che in questo periodo hanno subito violenza dentro le mura domestiche. E infine: perché raccontare questa esperienza? Cosa ha rappresentato per Anna, Anita, Mery, Claudia, Graziella, Silvia, Roberta Be., Sara, Roberta Bo., Marilena? Ecco alcune loro impressioni.
Anna La scrittura circolare ci ha regalato il gusto dell’attesa e della sorpresa nel leggerci a vicenda; la sorpresa nel constatare di essere state in grado di delineare in modo articolato il personaggio femminile principale. Eleonora è “intessuta” con i fili dei desideri e del vissuto interiore di ognuna di noi. Mi auguro che possano esserci altre e diverse occasioni di scrittura collettiva femminile per il gruppo; in ogni caso questa modalità può divenire un ausilio in tutte le situazioni in cui non siano possibili il contatto fisico umano e relazioni sociali vissute di persona.
Marilena Mi è piaciuta molto l’iniziativa del racconto, limitarmi a leggere ciò che veniva scritto mi ricordava molto l’incontro quindicinale al quale partecipavo con grande piacere.
Sara Quando ci siamo salutate, la sera della pizza, con tanto di baci e abbracci, mai avremmo pensato che la nostra vicinanza fisica fosse un bene tanto prezioso. Un libro a tante mani, tutte femminili, ti sorprende e arricchisce ogni volta. Di sicuro questa quarantena ci ha regalato tanti momenti nuovi di solitudine e introspezione, momenti liberi che forse non avremmo avuto nella frenesia della vita quotidiana di sempre. Forse avevo davvero bisogno di staccare da tutto e tutti, riuscire a guardarmi dentro e mettere ordine tra le mie cose.
Graziella Ho iniziato, diciamo, per gioco, per poi sentirmi parte del progetto, che mi ha aiutato a riflettere su di me, ma anche a considerare il punto di vista delle altre, ho scoperto il valore della condivisione. Ho capito che le cose non vanno sempre come si vuole, ma escono comunque carine.
Roberta Bo Sto imparando a conoscervi di più in questa avventura! Ho fatto fatica a partire, ma dopo il primo salto iniziale mi sono data coraggio e ho capito che se mi lasciavo andare poteva uscire qualcosa di buono. Ora vediamo come cresce il nostro albero fatto di tanti rami diversi ma di un unico tronco chiamato “energia femminile”.
Roberta Be Sicuramente ha favorito il momento in cui è stato proposto il progetto perché avevamo più tempo libero a disposizione, mi incuriosiva molto la modalità con cui abbiamo lavorato, che non conoscevo e mi sembrava un ottima idea per condividere del “buon” tempo insieme. La quarantena mi ha portato a un benessere morale e la mia testa si era liberata di tante cose. Grazie Anna per aver pensato di proporre questa cosa al gruppo e di averci reso partecipi di una delle tue grandi doti (scrivere): magari serve anche a qualcun altro per capire di avercela nascosta.
Mery Questa esperienza di “scrittrici allo sbaraglio” per me è stata una novità, ho deciso di partecipare per mettermi in gioco e soprattutto per condividere un’esperienza con un gruppo di donne che stimo. Riuscire a scrivere a più mani un racconto è difficile ma nelle stesso tempo entusiasmante, perché è un’esperienza ricca di emozioni diverse e contrastanti. Ognuna di noi ha messo parte del suo vissuto, delle proprie aspettative e del proprio essere.
Ma che bella sorpresa !!!… è stato interessante e piacevole .. mi ha emozionata in certe parti. Scrivere e leggere le invenzioni delle altre “ragazze” mi ha guidata in questa avventura che ci ha unire sempre più e ci ha fatto scoprire lati fantastici di noi .