Un periodo che fa riemergere vecchie radici. La generosità e l’altruismo. Una boccata di aria buona
“Strappare la bellezza al mondo ovunque essa sia e regalarla a chi mi sta accanto. Per questo sono al mondo”. È grazie a queste parole che Alessandro d’Avenia, scrittore di successo, è entrato nel mio cuore. Non solo, ha dato voce a uno scopo di vita che per me era chiaro da quando ho scelto il percorso universitario. Studiare arte in Italia, nel 2011, ha sicuramente
delle controindicazioni. Ma non avrei mai potuto rinunciarvi.
La professione che ho scelto (sono un graphic designer) mi porta indubbiamente a raccogliere bellezza, renderla appetibile per l’occhio e regalarla a chi vuole vederla. Ma se questa continua ricerca del bello è così importante per me, cosa è successo durante il Covid? Cosa c’è di buono – quindi bello – in una pandemia? E lavorando in un ospedale?
Vi sorprenderò dicendovi che di bellezza, nel periodo Covid, ce n’è in gran quantità!
C’è il lavoro di squadra dei professionisti che, con spirito di servizio e di abnegazione, lottano quotidianamente per fare il possibile, dando il meglio, certi che solo la collaborazione di tutti – sanitari e non – saprà dare una svolta all’uragano Coronavirus.
C’è una bambina di 9 anni, Francesca, che chiede al suo papà di portare i soldi delle sue paghette all’ospedale di Asola perché è convinta che loro ne abbiano bisogno. Più di lei almeno.
C’è la mobilitazione di una comunità intera che si stringe al fianco del suo ospedale, dato spesso per scontato. Lo supporta e si organizza spontaneamente come può.
Ci sono le persone che hanno chiesto di poter essere utili offrendosi come volontari per qualsiasi necessità l’azienda avesse. Le richieste sono state diverse.
C’è chi in silenzio, ogni giorno, cerca di contribuire al bene comune, facendo ciò che i suoi talenti o la sua professionalità rendono possibile.
Ci sono i concerti in diretta Facebook e per chi si affaccia alle finestre del Poma. La musica che spezza la tensione. Un momento di leggerezza che ci permette di riprendere fiato.
Ci sono tanti occhi che sorridono. Stanchi spesso. Ma sorridenti. Luminosi.
E poi la voglia di combattere, di andare avanti, di creare qualcosa di nuovo.
C’è molto anche fuori dal lavoro. Rapporti che si sono rinsaldati, seppure a distanza. Famiglie che si sono riunite e hanno avuto la possibilità di passare più tempo insieme. La consapevolezza che il tempo c’è, quando vogliamo. Un po’ di silenzio dopo anni di troppo rumore. Un momento fermo nella frenesia della nostra società.
E, infine, la riscoperta dei valori per cui vale davvero la pena. Insieme al desiderio di alzare lo sguardo perché il cielo regala bellezza ad ogni ora del giorno e della notte. E ci ricorda che siamo vivi.
Maddalena Bellei è una graphic designer e lavora negli uffici della Comunicazione di ASST. Ha capito lo scopo della sua vita grazie ad Alessandro D’Avenia: “Strappare la bellezza al mondo ovunque essa sia e regalarla a chi ti sta accanto: per questo sono al mondo”. Ama la fotografia, il cinema, il mare e Nicolò al quale deve tutto.
Grazie!!!!