Da sempre ami il vento di marzo.
Quando eri piccola, a marzo, tua madre ti metteva le calzine corte al posto della calzamaglia di lana e, allora, significava che era arrivata la primavera.
Da ragazza, a marzo ti innamoravi sempre e, ogni volta, era lui quello giusto: quello frizzante, quello vivace, quello che ti invitava fuori, ti presentava amici, ti riempiva di fiori e colori. Era il vento di marzo…
Ancora adesso, alla tua età, ogni volta lo aspetti e quando arriva metti il mascara, i tacchi ed esci.
Ma quest’anno lui è già passato e tu non l’hai nemmeno salutato.
Sei dovuta rimanere a casa a rimpiangerne l’abbraccio. Niente profumi, niente colori.
Niente vento.
Hai dovuto accettare questa nuova condizione in bianco e nero: nero come l’angoscia, la paura, la morte; bianco come la mascherina, l’ultima neve, il camice degli eroi. Nessuna via di mezzo, nessuna tonalità di grigio. E tu sempre a casa. Niente passeggiata, niente fiori, niente spritz, niente scuse, perché anche da te, oggi, dipende la vita.
Però a casa hai un pianoforte che, nonostante i tasti bianchi e neri, suona i colori più belli. A casa hai finestre aperte e la primavera può entrare anche da lì, meno romantica, forse, più severa, ma ancora tutta per te e i tuoi. Siete insieme, riuniti finalmente, e nessuno deve scappare e avete anche voglia di parlare. Da quanto non vi guardavate così? Sei di nuovo lì, scalza, sullo stesso divano dove si addormentavano i tuoi figli da piccoli, un po’ stretta ma comoda dentro la tua famiglia e ti accorgi perfino che tuo marito ha un po’ di rughe che gli donano alla grande. E quanto ci stai bene in mezzo a quei tuoi bambini che tra una corsa e l’altra sono diventati uomini!
Nora De Giacomo
I racconti riportati nella sezione “In punta di penna” sono stati scritti da un gruppo di autori appartenenti al Centro Bella Penna curato da Nora De Giacomo.