Confusi e isolati | Emanuela Tagetto

E’ una bella giornata di sole. Programmiamo in compagnia la prima uscita in campagna. Prepariamo tutto l’occorrente per una buona grigliata. L’entusiasmo è alle stelle: mangiare, musica, risate…sarà una giornata indimenticabile! E sarà veramente così: “tutti a casa!”. Così ci viene imposto dallo Stato tramite dai media: “è arrivato anche in Italia, questo virus che ci bloccherà la vita!”. Nessuno ci vuole credere…ma addio scampagnata! Rimaniamo tutti sbigottiti, confusi “cosa vuol dire a casa? Ma c’è da andare a far spesa, dal dottore, a trovare gli amici…a casa?! no, non è possibile!”. Ma poi capiamo che non è uno scherzo, non è una “semplice influenza”, le persone muoiono, non salutano neanche i loro cari, sono soli! E allora capiamo che meglio rimanere isolati, soli ma vivi! “Ma isolati da chi, da cosa?”. L’isolamento nella nostra società non esiste, è solo fisico ma non mentale abbiamo internet ed è tutto risolto! Video-chiami e gli amici, i parenti, soprattutto quelli che non senti da vent’anni, passi sopra a tutto, non esistono rancori; ci sono corsi di ogni sorte per non farti sentire solo, isolato. Cantanti, attori che ti parlano come fossero tuoi fratelli, ma poi arriva il momento che sei tu con te stesso e quindi, arriva quel senso di isolamento, l’ansia sale, ma no! Non ci devo pensare e allora apro un nuovo corso, e via così. La speranza è sempre quella però di non arrivare in quella maledetta corsia dove veramente verrai isolato! Da tutti e da tutto.

Emanuela Tagetto

I racconti riportati nella sezione “In punta di penna” sono stati scritti da un gruppo di autori appartenenti al Centro Bella Penna curato da Nora de Giacomo.

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