“Quando potrò toccarti ancora, solo allora sarò tornata a respirare”.
Posò la penna e si chiuse il quaderno contro il petto. Poi sprofondò nel cuscino i riccioli ormai appannati dall’isolamento e si mise a fissare le ombre sulle pareti, mentre Frida accanto a lei cercava di dormire.
“Ci vado…” sospirò; e, senza preavviso, saltò giù dal letto, vestendosi in fretta e pescando nel comò il suo scaldacollo portafortuna. Cercò il quaderno tra le coperte, strappò la pagina e se la infilò in tasca; poi si diresse alla porta, seguita da Frida. Uscirono e si avviarono verso la campagna a passo spedito: attraversarono i binari in quel tratto di ferrovia che passava fuori dal paese e in poco più di un’ora raggiunsero il centro abitato. Mentre stavano prendendo fiato e bevendo alla fontana grande, una voce le sorprese: “Che fate in giro di notte, signorina?”
“Consegniamo messaggi d’amore” rispose, sorridendo all’uomo che fumava in piedi sotto un lampione e allontanandosi. Raggiunta la villa, Anna prese il biglietto dalla tasca, lo arrotolò e lo annodò, con una striscia di stoffa tagliata via dallo scaldacollo, alla cassetta delle lettere. “Missione compiuta” pensò. Rientrate a casa, si spogliarono in fretta, delle scarpe e del guinzaglio. Anna prese una coperta e un cuscino e si addormentò sul divano, con Frida nascosta tra la coperta e le sue braccia. Il telefono le sorprese a letto a mattina inoltrata. Anna si rigirò, cercandolo tra le lenzuola, e rispose, mentre ancora era impegnata a sbadigliare e il quaderno, stropicciato da Frida, le si apriva sotto gli occhi.
“Come hai fatto?” la incalzò la voce al telefono, mentre lei, altrettanto stupita, sfiorava la pagina strappata.
“Te lo dirò quando sarò tornata a respirare” rispose; e strizzò l’occhio a Frida.
“Te lo dirò quando sarò tornata a respirare” rispose; e strizzò l’occhio a Frida.
Angela Angelastro
I racconti riportati nella sezione “In punta di penna” sono stati scritti da un gruppo di autori appartenenti al Centro Bella Penna curato da Nora de Giacomo.