La metodica è stata ampiamente utilizzata in questa pandemia in caso di quadro clinico molto severo
La prono-supinazione è una metodica frequentemente utilizzata nei pazienti con Ards (acute respiratory distress syndrome) e consiste nell’alternare periodi di pronazione (a pancia in giù) a periodi di supinazione (a pancia in su). Quando si utilizza questa metodica? Quando l’ossigenazione del sangue scende a livelli critici, ovvero quando il quadro di Ards è medio severo, quando il P/F, cioè il rapporto tra ossigenazione e concentrazione di ossigeno respirato (PaO2/FiO2) scende al di sotto di 200-150 mmHg; il valore normale nei soggetti sani è > 450 mmHg.
La pronazione consente di migliorare l’ossigenazione reclutando le regioni dorsali del polmone che sono maggiormente coinvolte da ristagno di edema e liquidi (per gravità); alternare pronazione e supinazione ha pertanto l’obiettivo di consente il riassorbimento dei liquidi interstiziali e migliorare l’ossigenazione, in attesa della risoluzione del quadro infiammatorio interstiziale polmonare. Si effettuano generalmente cicli di 16 ore di pronazione ed 8 di supinazione.
Anche se la metodica è stata introdotta diversi anni fa nelle terapie intensive che avevano notato alcuni benefici, solo recentemente uno studio multicentrico condotto in 141 terapie intensive su oltre 6.000 pazienti con Ards ha dimostrato che tale metodica migliora in modo significativo l’ossigenazione, le pressioni all’interno del polmone che si traducono in una riduzione della mortalità.
Mentre la pronazione dei soggetti svegli è abbastanza agevole (si invita il paziente a mettersi a pancia in giù: si è suggerito ai colleghi dell’Unità di terapia subintensiva respiratoria, delle malattie Infettive e di altri reparti Covid di adottare la pronosupinazione), tale metodica nel soggetto intubato, addormentato e curarizzato (per eliminare lo stress da fame d’aria e ottimizzare la ventilazione) viene effettuata nella Terapia Intensiva di Mantova da almeno 5 operatori esperti; la prono-supinazione è stata ampiamente utilizzata in questa pandemia da coronavirus in alcune terapie intensive, in quanto molti dei degenti presentavano gravi quadri di Ards con scambi gassosi assai critici.
Gian Paolo Castelli è il direttore del dipartimento Emergenza Urgenza e direttore della Terapia Intensiva Anestesia e Rianimazione di Mantova. È stato un ufficiale medico della marina. Ama la fotografia.