Tablet nei reparti e un gruppo di professionisti in Pronto Soccorso: la grande umanità ai tempi della pandemia
Collegamento in videochat con i familiari per i pazienti covid ricoverati. Il servizio è stato attivato in alcuni reparti dell’ASST, per l’occasione dotati di tablet dedicati: Pronto Soccorso di Mantova, Terapia Intensiva di Mantova e Pieve di Coriano, Unità di Terapia sub-intensiva respiratoria e Pneumologia di Mantova, semintensiva Covid di Pieve di Coriano. Con questa iniziativa i malati non autonomi possono entrare in contatto con i loro cari, attraverso l’intervento del personale.
“La videochiamata ha l’obiettivo di supportare e di dare forza al parente soprattutto in questo periodo di totale solitudine e isolamento. Può sopperire a quella mancanza e a quel vuoto che una persona sente – commenta Elena Bonazzi, infermiera del Pronto Soccorso che ha proposto l’utilizzo del tablet al direttore della sua struttura, Massimo Amato – ho visto gli occhi dei parenti illuminarsi”.
A Pieve di Coriano è scesa in campo anche la comunità indiana donando alcuni tablet con SIM per permettere ai professionisti di fare videochiamate. Molti operatori utilizzano i loro cellulari per permettere ai pazienti di poter vedere i famigliari a casa.
Il servizio dei colloqui video si aggiunge a quello svolto dal un team composto da specialisti ambulatoriali, psicologi dell’ospedale e dei Consultori Familiari e altri professionisti che in Pronto Soccorso di Mantova forniscono informazioni ai familiari dei pazienti in attesa di ricovero. In questo caso gli operatori coinvolti nel progetto comunicano ai parenti le condizioni cliniche dei malati.
Anche a Pieve di Coriano è previsto il contatto telefonico con i familiari dei pazienti Covid ricoverati, realizzato con il contributo degli specialisti ambulatoriali e psicologi della Psichiatria Mantova 2. Il sistema prevede la chiamata per fornire le informazioni e, se necessario, anche un supporto psicologico al familiare.
Nemmeno la mattina di Pasqua, in un giorno così particolare, i professionisti si sono tirati indietro: sono andati dai pazienti permettendo loro di salutare le famiglie e dando l’aiuto necessario e richiesto in un questo momento difficile e di sofferenza.
Nell’emergenza Covid è riaffiorata un’umanità vecchia, riscoperta. Un’umanità indispensabile nei luoghi di cura, ma che spesso viene data per scontata. È forse già questa un bellissimo fiore fiorito in questa strana primavera.