Dall’epoca neonatale all’adolescenza, l’accrescimento è regolato da un complesso insieme di meccanismi biologici. Fondamentale l’approccio multidisciplinare
di Claudio Giacomozzi
pediatra struttura Pediatria Mantova – ASST Mantova
La crescita staturo-ponderale è il principale indicatore di salute durante l’età evolutiva, che comprende l’epoca neonatale, la prima e seconda infanzia, e l’età adolescenziale. L’accrescimento è regolato da un complesso insieme di meccanismi biologici, basati sulla interazione tra genetica e ambiente. Durante lo sviluppo intrauterino e per i primi due anni di vita il peso rappresenta il principale indicatore del corretto accrescimento di un bambino. Successivamente, la statura assume una maggiore importanza, e la velocità di crescita rappresenta il marker principale di salute.
Le cause di uno scarso accrescimento possono essere molteplici: genetiche; materne placentari; infettive connatali o acquisite; metaboliche; endocrine; cardiache; renali; ematologiche; gastrointestinali; ossee. Ogni patologia sistemica può potenzialmente compromettere il guadagno ponderale o staturale, fino all’arresto completo di crescita. A seconda del periodo in cui si manifesta esistono diversi protocolli diagnostici, condivisi a livello internazionale, che possono essere applicati, considerando le manifestazioni cliniche. Un ritardo di crescita a inizio intrauterino, che risulti in un neonato di peso o lunghezza non adeguati per l’età gestazionale, dovrà essere indagato per cause materne, placentari o intrinseche al feto stesso.
Un difetto di crescita che insorga invece durante il primo anno di vita, in bambini senza problematiche alla nascita, si definisce “failure to thrive”. Si tratta di un difetto di crescita soprattutto ponderale, in un periodo in cui l’alimentazione ricopre un ruolo fondamentale. La cause possono essere comuni e facilmente risolvibili (infezioni delle vie urinarie, reflusso gastroesofageo inadeguato apporto calorico) o più complesse e croniche (errori del metabolismo, patologie renali o epatiche, forme sindromiche con disturbi dell’alimentazione).
Viene invece definito scarso accrescimento staturale, una condizione che porti il bambino dopo i 2 anni vita a sviluppare un’altezza inferiore al target genetico, calcolato dalla statura di entrambi i genitori. La bassa statura viene valutata attraverso: una corretta anamnesi, volta ad appurare cause familiari; un esame obiettivo che distingui le forme armoniche da quelle disarmoniche, sospette per displasie ossee; ed esami ematochimici e strumentali mirati. I test genetici permettono di diagnosticare basse stature genetiche, quali S. di Turner e deficit del gene SHOX. Lo scarso accrescimento nell’età evolutiva richiede quindi un approccio multidisciplinare, adottato dalla struttura di Pediatria di Mantova nell’ambito dell’ambulatorio di Endocrinologia Pediatrica.
Lo studio dell’età ossea è automatizzato
Da febbraio, l’ASST dispone di un software di ultima generazione per lo studio dell’età ossea automatizzato per i pazienti di Mantova, Asola e Pieve di Coriano. La lettura si effettua attraverso la radiografia del distretto mano-polso, comparando i dati raccolti con due diversi metodi, il Greulich & Pyle e il Tanner-Whitehouse, ideati per valutare l’età scheletrica mediante l’utilizzo di valori di riferimento. Fra i vantaggi la refertazione istantanea, la standardizzazione e l’annullamento della variabilità della lettura fra differenti operatori e anche per lo stesso operatore. La maggiore omogeneità dei risultati permette una più accurata ripetibilità dell’esame nello stesso paziente durante un follow-up che può durare anni. La nuova strumentazione colloca l’ASST tra le prime strutture sanitarie italiane a dotarsi di questa possibilità insieme al Gaslini di Genova, al Bambini Gesù di Roma, al Meyer di Firenze e al San Raffaele di Milano.
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