Tumore al seno: attività di screening in crescita

Nel 2018 + 6 per cento. Esami gratuiti già a partire dai 45 anni, tempi rapidi, tecnologia all’avanguardia e professionisti qualificati al Centro Mammografico

di Elena Miglioli
Direttore Mantova Salute e responsabile area Ufficio Stampa, Comunicazione e Urp ASST di Mantova

 

Ha registrato un significativo incremento l’attività di screening svolta dal Centro Mammografico dell’ASST. Le donne che hanno aderito al programma (solo a Mantova) sono state 6.749 nel 2017 e già 5.362 al 30 settembre 2018, con una crescita del 6 per cento. In realtà, da alcuni anni si registra questo trend, tanto che dal 2016 a oggi l’aumento è stato del 10 per cento. Anche l’attività di diagnostica senologica svolta al di fuori dello screening ha registrato un incremento del 3 per cento su base annua nei primi mesi del 2018. Come si spiega il fenomeno? Lo approfondisce Susanna Carra (in foto a destra), direttore della struttura che concorre insieme all’Anatomia Patologica, alla Chirurgia Senologica, all’Oncologia, alla Medicina Nucleare, alla Radioterapia all’approccio multidisciplinare pensato dall’azienda per combattere il tumore al seno.

Perché tante donne decidono di accostarsi allo screening?
Le pazienti si fidano di noi, perché il nostro percorso multidisciplinare mette in campo professionisti qualificati e apparecchiature all’avanguardia. Rispondiamo ai diversi bisogni che insorgono e lo facciamo in tempi molto rapidi, coerentemente con gli standard di Regione Lombardia, assicurando un livello di appropriatezza elevato. Dal 2016 le donne che aderiscono spontaneamente allo screening possono essere arruolate nel programma gratuito di screening già a partire dai 45 anni e fino ai 74 anni. Una volta arruolate, le pazienti riceveranno l’invito dall’ATS per i successivi controlli mammografici. È possibile eseguire la mammografia di screening anche il sabato mattina.

Quanti sono i casi di cancro individuati grazie al programma?
Anche questo numero è aumentato, segno che l’attività di screening funziona e ci permette l’identificazione precoce della patologia mammaria con conseguenze positive sulle terapie e sul decorso della malattia. Nel 2017 sono state 138 le pazienti dello screening risultate positive per cancro mammario, mentre a settembre 2018 i casi sono stati 112. L’attività extrascreening ha invece portato alla luce 73 casi nel 2017 e 76 nei primi nove mesi del 2018.

Di quale tecnologia dispone il Centro Mammografico?
Tre mammografi digitali, due dei quali permettono di eseguire la tomosintesi, assimilabile a una Tac della mammella, con ulteriore vantaggio ai fini della diagnosi precoce. Due ecografi di alta fascia, la risonanza magnetica e un apparecchio per la microistologia vuoto-assistita, che favorisce le possibilità diagnostiche in casi particolari. Tutte le apparecchiature sono di ultima generazione. Lo screening prevede l’esecuzione della mammografia, che fino ad ora rappresenta il primo e fondamentale esame per la diagnosi precoce del tumore al seno.

In cosa consiste lo screening?
La mammografia è letta da due medici dedicati, in doppio cieco. Se la risposta di entrambi concorda per la negatività dell’esame, la lettera del referto è inviata all’assistita automaticamente dal programma informatico. In caso di parere diverso fra i lettori, la mammografia è valutata da un terzo lettore, dedicato, che esegue l’arbitrato. Se anche il terzo lettore avalla un dubbio la paziente è richiamata al Centro per gli approfondimenti del caso. Nel caso di diagnosi di positività, la paziente è informata della possibilità di rimanere nel nostro percorso e potrà usufruire gratuitamente della visita chirurgica senologica, nell’ambito della Breast Unit. Con la visita senologica la donna entra nella parte del percorso terapeutico che prevede la sua presa in carico completa. L’intervallo fra una mammografia e l’altra è di 12 mesi fra i 45 e i 50 anni e 24 mesi dopo i 50 anni (salvo eccezioni). Le donne con familiarità positiva possono essere seguite dal servizio di Consulenza genetica oncologica e inserite in specifici percorsi in relazione al grado di rischio di ammalarsi. 

Obiettivi per il futuro?
Il futuro è già presente. Stiamo cercando di potenziare il servizio di screening anche negli ospedali di Asola, Bozzolo e Pieve di Coriano, in modo da fornire un trattamento omogeneo su tutto il territorio mantovano. Puntiamo molto sulla consapevolezza, che si acquisisce con la sensibilizzazione della cittadinanza, attraverso una campagna informativa che ci permetta di raggiungere un numero sempre più alto di donne. Prima interveniamo e maggiori possibilità abbiamo di guarire.

 

Nella fotografia l’equipe del Centro Mammografico
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