Quel pezzo di cuore che i sentimenti fanno ammalare

I pazienti con patologie cardiovascolari parlano
dei ‘mali dell’anima’ con lo psicologo

di Paolo Prozzo
Psicologo ASST di Mantova

 

In questi ultimi anni, durante gli incontri settimanali di gruppo con i pazienti e le loro famiglie in Riabilitazione Cardio Respiratoria, si discute spesso delle possibili cause di malattia cardiovascolare. Lo stress, il fumo, gli stili di vita, il lavoro, l’alimentazione. Nel gruppo misto parlano prevalentemente gli uomini, apparentemente competenti, perché la patologia cardiovascolare è una cosa da uomini. Le donne si guardano, ma sembrano assenti. Hanno tra i 60 e 80 anni, raramente qualche giovane, magari sposata e con figli piccoli. Sempre vissute in casa, il lavoro nei campi, le bocche da sfamare, i panni da lavare, gli anziani a cui badare.

Maliziosamente chiedo se per caso ci possono essere altre cause all’origine di malattia. So cosa voglio e dove voglio condurre il gruppo. Chiedo con curiosità se anche i sentimenti possono far ammalare, se per caso ci avessero mai pensato. Gli uomini mi guardano come volessi banalizzare l’incontro. Si guardano tra loro e mi riguardano con aria di sfida. Le donne si sbirciano, e poi si guardano con più solidarietà, come se magicamente fosse stato concesso loro il diritto di parlare. Qualcuna accenna, prima col capo, il corpo, i gesti e poi con la parola, a un dolore mai sopito, la perdita di un figlio, del marito, un evento che, in un lutto non elaborato, ha trasformato la vita in una clausura in casa e uscite solo per andare al cimitero. Le donne parlano e della loro intimità, del loro cuore, del loro sentire. Qualcuna parla di un cuore infranto, di un cuore che si è fermato, altre di una spina nel cuore, altre di un vero e proprio crepacuore, come un’anguria rossa, matura, che a un certo punto è scoppiata. Sono convinte: i sentimenti possono far ammalare, sono un tormento, un chiodo, un trapano continuo. Il dolore lo si tiene dentro. Gli altri in famiglia sono oggetto di cure e assistenza, non puoi parlare loro di te e di come stai.

Per alcune la vita è diventata, ed è, casa e cimitero. Sino a che il cuore non esplode, non  si crepa, non si infrange. Ho gettato l’esca, le donne hanno incominciato a parlare dei sentimenti e a portare i loro vissuti. Gli uomini, muti, assistono e ascoltano un’altra metà del cielo. Emerge così che uno stress violento o un disturbo post traumatico da stress può essere tra le concause di patologia cardiaca, particolarmente nel mondo femminile. Recentemente, in ambito femminile, è stata identificata una disfunzione sistolica regionale acuta del ventricolo sinistro frequentemente correlata a stress psicofisico, in genere reversibile. Spesso la patologia cardiaca è correlata a forti stati di nevrosi reattiva, significativi stati depressivi, disfunzionalità generale che coinvolge mente e corpo. La cosiddetta sindrome di Takotsoubo.

Compito dello psicologo è ricomporre i sentimenti in un’insight terapeutica, dove si prende atto delle proprie fragilità e dove ci si rende conto del peso delle esperienze di vita. Tutti escono con un pezzo di cuore in più, quello più vivo, rosso, pulsante che non avevano mai considerato. E ne parlano con i famigliari. Abbiamo fatto il tassello all’anguria, il pezzo è a posto, l’anguria intera. Ora sappiamo cos’è l’anguria ma soprattutto cos’è nella realtà e nell’immaginario il nostro cuore, pompa dei sentimenti e sentimento che pompa. Quante volte queste cose che non vengono raccontate dai pazienti se ne vanno con la prossima medicazione.

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