Pazienti attori e sceneggiatori: il disagio giovanile al cinema

La coinvolgente esperienza di Variabili, il film scritto e interpretato da giovani utenti del Centro Psico Sociale e prodotto da ASST Mantova

di Elisa Roversi
Psicoterapeuta Dipartimento Salute Mentale e delle Dipendenze ASST di Mantova

Variabili è uno di quei film che fanno riflettere, perché non è di immediata comprensione e perché vedendolo è poco probabile non sentire risuonare qualcosa che, in qualche momento, è stato anche proprio. Queste le osservazioni di molti degli spettatori usciti dalla prima del cinema Mignon di Mantova (9 maggio), dalla seconda visione del Monicelli di Ostiglia (16 maggio) e da quelle che sono seguite, tutti concordi sul coraggio e la bravura dei protagonisti e sul fatto che Variabili non abbia nulla da invidiare ai film (intelligenti) normalmente proiettati nelle sale cinematografiche.

La differenza è che il lungometraggio, ambientato a Mantova e provincia, è prodotto dall’ASST (finanziato dal progetto Tr28: Adolescence: Work in Progress) e che gli attori e gli sceneggiatori sono giovani utenti dei Centro Psico Sociali di Mantova e Ostiglia. Il film è composto da 5 (+1) cortometraggi collegati tra loro da un fil rouge: ognuno è una storia di sé, che ogni partecipante ha voluto raccontare. Il regista mantovano è Mario D’Anna, che ha ideato assieme a chi scrive il progetto Cinema di cui Variabili è il prodotto finale, frutto di un anno e mezzo di lavoro coordinato dall’educatrice professionale Valentina Previdi e dal tecnico di riabilitazione psichiatrica Arianna Ranzi, entrambe professioniste del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze.

Cinema, proposto per la prima volta a Mantova nel 2013, aveva portato a girare un altro film, altrettanto bello e commovente: Vasi comunicanti (2015). L’idea è quella di fare esternare ai partecipanti le loro storie, sofferenze e difficoltà, tramite la fase di scrittura delle sceneggiature e quella di recitazione. Lo strumento del cinema è accettato con entusiasmo dai ragazzi (anche da coloro che hanno difficoltà ad esprimere a parole i propri vissuti), essendo il mezzo dell’immagine imprescindibile per le nuove generazioni, non solo a livello ricreativo, ma come veicolo preferenziale di riflessione e comunicazione.

Il progetto è iniziato con un breve corso di tecnica cinematografica, cui è seguita la richiesta ai partecipanti di scrivere un soggetto. Nella fase successiva si è svolto un incontro di gruppo -condotto dalla psicoterapeuta – per comprendere cosa di proprio ci fosse nelle storie scritte; sempre in gruppo si sono scritte le sceneggiature e sono stati scelti anche gli attori e le location. Quindi il regista ha girato le scene; tutti hanno aiutano tecnicamente con l’assistenza alla regia, le luci, i microfoni, il backstage, la scenografia, il trucco e così via.

Infine si è passati al montaggio del film da parte del regista e alla composizione delle musiche originali alla quale hanno collaborato i ragazzi, che si sono occupati anche della realizzazione della locandina. Attualmente si sta diffondendo il film tramite la partecipazione a concorsi, la realizzazione di un dvd e la proiezioni nelle sale cinematografiche, con l’auspicio che Cinema possa diventare un progetto preventivo, oltre che terapeutico-riabilitativo.

 

Nella prima fotografia una scena del cortometraggio, nella seconda immagine la locandina e nella terza un momento delle riprese
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