In una ricerca le esigenze delle donne nell’ambito del percorso nascita:
più corsi al personale e alle mamme per superare le barriere linguistiche
di Giuliana Pino
neolaurata Corso di Studi in Ostetricia Mantova
L’ASST Mantova ha recentemente somministrato un questionario per valutare il grado di soddisfazione delle donne nel Percorso Nascita. Su tale indagine si è sviluppata la mia tesi di laurea. Gli obiettivi sono stati: valutare la soddisfazione delle donne extraeuropee, confrontando i risultati con quelli ottenuti dall’ASST, ovvero di donne prevalentemente italiane. Parallelamente, si è considerato il punto di vista dei professionisti.
Sono stati reclutati due ostetriche e quattro mediatori culturali, ai quali è stato chiesto cosa manca, secondo loro, in un percorso di soddisfazione delle donne straniere. È emersa la consapevolezza di dare minori informazioni, causata dai tempi vincolanti dei professionisti che non coincidono con quelli necessari per una donna che parla un’altra lingua. La barriera linguistica, infatti, porta l’operatore a scontrarsi con la propria professionalità, inficiando il rapporto ostetrica-donna. Inoltre, facendo tradurre le informazioni a chi è con la donna è leso un diritto fondamentale dell’uomo: quello della privacy.
Sono state intervistate venti donne di nazionalità extraeuropea, dall’Ambulatorio della Gravidanza a Termine e dai Consultori di Lunetta e Mantova. Il questionario indagava il loro percorso assistenziale ed eventuali barriere linguistiche e culturali. Dal confronto dei risultati è emerso che le donne straniere hanno ricevuto minori informazioni, date senza mediazione o materiale informativo in lingua. L’atteggiamento dimostrato dai professionisti ha riscontrato differenze: le donne straniere con forte barriera linguistica hanno avuto esperienze negative sulla disponibilità ad ascoltare e a dare chiarimenti agli operatori.
Nonostante questo, il loro grado di soddisfazione è molto alto. Avendo minori aspettative sull’assistenza sanitaria, valorizzano maggiormente la gentilezza del professionista. Ma il fatto che la donna abbia minori aspettative ed esponga minori richieste, giustifica le minori informazioni ricevute?
È urgente e necessario puntare su un più rapido servizio di mediazione, sulla creazione di corsi di accompagnamento alla nascita per donne straniere con l’aiuto di mediatori culturali e sulla formazione dei professionisti per convogliare verso un modello di cura transculturale e quindi migliori competenze sull’incontro con l’utente straniero. Ciò permette di rendere le donne più consapevoli, dando dignità all’evento nascita di tutte le famiglie in divenire.
L’ASST PARLA OLTRE 100 LINGUE
Negli ultimi anni l’ASST di Mantova ha lavorato molto sul fronte dell’interculturalità, attivando un servizio di mediazione culturale in presenza del mediatore per i casi più complessi e un servizio di interpretariato telefonico in oltre 100 lingue e dialetti, disponibile 24 ore su 24 dai telefoni dell’azienda. Vengono inoltre organizzati corsi di formazione che, grazie all’intervento dei mediatori, introducono i professionisti alla cultura di alcune etnie più diffuse, in modo da fornire loro gli strumenti per capire meglio le abitudini e i valori dei pazienti di cui si prendono cura. In alcune strutture è stata poi introdotta in via sperimentale la presenza fissa dei mediatori culturali, come al Pronto Soccorso di Mantova e nelle strutture del Dipartimento Materno Infantile di Mantova e Asola. Le Rems di Castiglione delle Stiviere hanno infine attivato un progetto di mediazione dedicato, vista la delicatezza e la specificità dell’attività svolta.
Anche nell’ambito delle traduzioni scritte, l’azienda è andata con svariate iniziative incontro agli stranieri, rendendo ad esempio disponibile in inglese, francese, cinese e arabo la carta dei servizi del Percorso Nascita e in inglese e francese i questionari di customer satisfaction. La volontà dell’ASST è quella di migliorare costantemente questo settore.