Il tempo come occasione di crescita e cura

Il concetto di Kairos approfondito in occasione della Giornata Nazionale Cure Palliative

di Maddalena Bellei
Comunicazione ASST di Mantova

 

“Il valore delle cose non sta nel tempo in cui esse durano, ma nell’intensità con cui vengono vissute, per questo esistono momenti indimenticabili, cose inspiegabili e persone incomparabili”
(Fernando Pessoa)

Un convegno sul complesso e non scontato concetto di tempo è stato organizzato dal Dipartimento Interaziendale di Cure Palliative lo scorso 11 novembre, il giorno di San Martino, giornata nazionale delle Cure Palliative. Ciò che ha contraddistinto l’evento è stato un incessante e interessante alternarsi di interventi di varia natura – culturali, artistici, filosofici, letterali – che hanno favorito una completa percezione della concezione di tempo nell’aspetto meno considerato dal mondo occidentale, quello di occasione, Kairos. Per introdurre il pubblico al concetto concreto di Kairos, due attori hanno letto e recitato delle suggestive poesie, mentre cinque giovani talenti del Conservatorio di Musica – Lucio Campiani di Mantova, accompagnati dal maestro Maurizio Comencini, si sono esibiti in alcuni pezzi lirici ricercati e densi di pathos.

Ciò che colpisce è che il convegno non solo ha affrontato il concetto del tempo in tutti i suoi aspetti teorici, ma anche in quelli pratici, senza tralasciarne nessuno. L’approfondimento non si è rivolto solo ai pazienti o agli operatori delle Cure Palliative, ma anche ai familiari e a tutte le persone, indipendentemente dalla professione, dall’etnia, dall’età. Ognuno ha potuto trarne un insegnamento per sé, una proposta concreta per vivere la propria vita cogliendo l’opportunità che ci è stata data per realizzare le nostre potenzialità – come si legge nella presentazione stessa del convegno. Non è quindi un nostro nemico, un qualcosa da sconfiggere e contro il quale combattere. Ci è amico, amicus in latino, la stessa radice di amor, ovvero colui che si ama. E c’è un tempo per ogni cosa: è necessario imparare a rispettarlo e accettarlo. Come c’è un momento per la crescita, l’istruzione, la famiglia, il lavoro, c’è anche per il distacco vissuto il più delle volte attraverso rituali, alcuni consolidati e accettati dalla società (per esempio l’ultimo commiato o il funerale), altri più personali e legati alla sensibilità di ciascuno: c’è chi desidera salutare i propri figli uno a uno, chi preferisce un momento di feste e chi desidera l’ultima piccola porzione di polenta. Ognuno, a modo suo, si prende il tempo che rimane e cerca di viverlo nel miglior modo possibile considerandolo un valore e un dono.

Il convegno è stato reso possibile dal contributo di IOM, AIL, Fondazione San Pellegrino, IPAVSI e Fondazione Fratelli Montecchi di Suzzara in rappresentanza della quale ha partecipato Giuseppe Crotti. La Fondazione e le associazioni di volontariato da anni sostengono l’attività della Rete Locale di Cure Palliative, contribuendo alla realizzazione di importanti attività formative come il convegno annuale, che funge da Conferenza della Rete stessa.

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