Viaggiare nella tempesta

Ho partecipato al gruppo Viaggiare nella tempesta, nell’ambito del progetto del Consultorio di Suzzara focalizzato sulla resilienza. Il tema del viaggio nella tempesta rappresenta le varie tappe vissute dai membri del gruppo prima, durante e dopo la scoperta di un evento che destabilizza la vita della persona. Vicende che riguardano la nostra salute o quella di un nostro familiare, oppure legate alla sfera sentimentale. Insieme abbiamo avuto modo di condividere le nostre esperienza, mettendo in comune difficoltà, emozioni, pensieri, fatiche quotidiane, paure. Qualcuno ha voluto far conoscere agli altri anche le proprie poesie, qualcun altro i propri dipinti. Si è quindi creato un rapporto di fiducia e intimità che ha favorito il dialogo.

All’inizio alcuni componenti del gruppo hanno mostrato una certa resistenza, ma in realtà è bastato fare il giro delle presentazioni per potersi sentire a proprio agio e aprirsi senza inibizioni. Al primo incontro, su richiesta dei conduttori del gruppo, una partecipante ha portato il dipinto di un veliero che naviga nella tempesta ed ha scelto di rappresentarlo con le sue vele colorate. Ci sono state consegnate delle valigie in cartoncino su cui ci è stato chiesto di scrivere che cosa ci aspettavamo da questo percorso.

Negli incontri successivi, con cadenza mensile, ci si aggiornava su come era trascorso il periodo precedente e poi si passava a parlare di una tematica legata alla situazione vissuta dal gruppo oppure si affrontava un altro argomento che poteva essere, eventualmente, sollevato dagli stessi membri. Su proposta di un partecipante è stata anche attivata una pagina Facebook, dove abbiamo potuto navigare virtualmente in gruppo. Se mi chiedessero di utilizzare una metafora per descrivere il progetto, potrei dire che gli operatori sono botanici che all’interno di una serra hanno piantato i loro semi, coltivandoli e prendendosi cura di loro, affiancandoli durante la loro crescita. Hanno portato questi semi a diventare piantine sempre più grandi che l’una vicino all’altra, con le loro foglie hanno iniziato a sfiorarsi, creando legami talvolta indissolubili.

Sara Benatti

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