Risoluzione della malattia nel 95 per cento dei casi grazie ai nuovi farmaci. In provincia 3-4mila malati
Dal 2015 ad oggi, la struttura di Malattie Infettive dell’ASST di Mantova ha trattato circa 350 pazienti con i nuovi farmaci contro l’epatite C: gli antivirali ad azione diretta, DDA. Il 95 per cento di queste persone sono guarite. In provincia di Mantova si stimano 3-4mila soggetti colpiti dal virus, circa 1.700 dei quali presi in carico dal Carlo Poma. Si pensa quindi che esistono ancora molti casi ‘sommersi’. Giorgio Perboni, infettivologo dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale, entra nel dettaglio della malattia, delle sue complicanze e delle nuove frontiere terapeutiche.
Che cos’è l’Epatite C, quali sono i principali sintomi e come si contrae?
È una malattia infettiva causata dal virus HCV. Le modalità di contagio sono la via parenterale e quella sessuale, che si traducono in alcuni comportamenti ‘a rischio’ quali lo scambio di siringhe tra tossicodipendenti e i rapporti sessuali non protetti; ridotto è invece oggi il rischio di contagio con interventi odontoiatrici o chirurgici e pressoché azzerato con le trasfusioni. Il virus non si trasmette con gli alimenti né per via aerea né con il contatto cutaneo. L’organo bersaglio è il fegato: può subentrare un quadro di epatite acuta con sintomi che si risolvono di norma in alcune settimane quali stanchezza, maldigestione, urine scure e feci chiare, colorazione giallastra di pelle e congiuntive. L’epatite acuta è poco frequente e più spesso il paziente non presenta alcun sintomo.
Cosa avviene dopo il contagio?
La guarigione spontanea è possibile, ma non molto frequente. Si verifica nel 20-30 per cento dei casi, in quanto il virus tende a sfuggire al controllo del sistema immunitario. Più frequentemente si ha un’epatite cronica, infezione che può portare a danni progressivi al fegato attraverso la formazione di fibrosi epatica, corrispettivo di piccolissime cicatrici nel tessuto. La cirrosi epatica è l’ultimo scalino di un lento processo che dura in media 20-30 anni, al culmine del quale diverranno evidenti i segni dell’insufficienza del fegato con edemi, ascite, ittero, formazione di varici esofagee. Il tumore del fegato è un ulteriore passaggio in questa storia naturale e si osserva nel caso dell’epatite C prevalentemente quando una cirrosi è conclamata. HCV non dà segni di sé fino a quando i danni sono spesso irreparabili. Per questo è fondamentale la diagnosi precoce, specie nei gruppi a rischio.
Oggi avete a disposizione nuove terapie per la cura di questa patologia: come funzionano e qual è la percentuale di guarigione?
È in atto una rivoluzione riguardo all’epatite C. Con in nuovi farmaci antivirali diretti, DAA, a disposizione dal 2015 c’è la possibilità di eradicare l’infezione al 100 per cento, mentre le terapie precedenti ottenevano questo risultato nel 50-60 per cento dei pazienti. Questi farmaci agiscono impedendo al virus di replicarsi e pertanto di sopravvivere. Sono terapie per via orale, ben tollerate e da assumere per cicli brevi, mediamente tre mesi. Ad oggi a Mantova abbiamo trattato circa 350 pazienti, il 95 per cento dei quali è guarito; circa 750 pazienti presenti nei nostri database verranno trattati nei prossimi mesi.
Cosa offre ai pazienti la struttura di Malattie Infettive di Mantova?
La nostra struttura complessa si occupa di epatiti virali e in generale di malattie del fegato da oltre 25 anni; il personale medico ed infermieristico ha sviluppato in questi anni le competenze per gestire ogni aspetto di queste malattie; da noi vengono eseguiti prelievi ematici, ecografie, biopsie epatiche, paracentesi, toracentesi, terapie parenterali con eventuale supporto di albumina o plasma, emotrasfusioni, visite ambulatoriali; inoltre siamo l’unico centro prescrittore dei farmaci anti epatite C e anti epatite B della provincia di Mantova, e siamo i coordinatori del gruppo multidisciplinare per la gestione dei pazienti affetti da epatocarcinoma. Tramite i contatti instaurati con i maggiori Centri Trapiantologici del nord Italia possiamo agevolare i pazienti che devono essere valutati per trapianto di fegato e gestire il post-trapianto in stretta collaborazione con il centro di riferimento, con notevole vantaggio per il paziente.