Tumori del colon-retto: la Chirurgia che cura

Nasce una struttura dedicata, sono fondamentali l’approccio multidisciplinare e la diagnosi precoce

Secondo i dati Airc 2016 (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro), i tumori del colon-retto colpiscono circa 40mila donne e 70mila uomini ogni anno. L’ASST di Mantova ha istituito, nell’ambio della struttura complessa di Chirurgia Generale, la struttura semplice Attività di Chirurgia Oncologica Colo-Rettale per rispondere in modo più sistematico alle esigenze dei cittadini. Responsabile Corrado Asteria, che parla della malattia e dei servizi che l’azienda mette a disposizione per contrastarla. 

Esiste una fascia d’età maggiormente colpita dai tumori del colon-retto?
In genere, si va dai 50 ai 70 anni, anche se l’età dei malati si sta abbassando. Dopo i 70 anni i casi diminuiscono, così come l’aggressività del cancro. Naturalmente un tumore diagnosticato in fase iniziale porta a un tasso di sopravvivenza più elevato: occorre quindi puntare sulla diagnosi precoce, attraverso un’adesione massiccia ai programmi di screening mediante ricerca del sangue-occulto fecale e alle iniziative di sensibilizzazione.

Quali sono i fattori predisponenti?
Età, familiarità, fattori alimentari, ambientali, razziali e socio-culturali. Nelle popolazioni africane, ad esempio, l’incidenza di questi tumori è trascurabile perché prevale una alimentazione vegetariana mentre è maggiore nell’Europa dell’Est rispetto ai Paesi dell’Europa occidentale senza una motivazione chiara. Dati che mettono in luce anche l’importanza della prevenzione, che si traduce in uno stile di vita sano e in un’alimentazione varia, ricca di frutta e verdura.

Che ruolo ha la chirurgia nel trattamento di questa patologia?
La chirurgia è curativa nel momento in cui la malattia è circoscritta. Deve essere affiancata dal trattamento radio chemio e radioterapico complementare nelle situazioni in cui la malattia ha già interessato altri organi. Purtroppo oltre il 30 per cento dei pazienti arriva alla diagnosi in uno stadio avanzato. Al Poma la maggior parte degli interventi viene effettuata con l’approccio laparoscopico, in linea con le linee guida internazionali. Si consente così un rapido recupero con precoce mobilizzazione e una più breve degenza ospedaliera, una netta riduzione del dolore post-operatorio, un’anticipazione nei tempi di ripresa dell’alimentazione e di rimozione di presidi sanitari come ad esempio sondino naso-gastrico e catetere vescicale.

Come risponde l’ASST di Mantova alla domanda di salute dei cittadini in questo ambito?
Nel periodo gennaio- dicembre 2017 sono stati sottoposti ad interventi di chirurgia colo-rettale per neoplasia 120 pazienti. La gestione di questi soggetti ha richiesto un importante sforzo organizzativo secondo chiare linee programmatiche. Abbiamo investito molto sull’aggiornamento dei professionisti e sulla pubblicazione di numerosi studi scientifici in riviste internazionali. È stato inoltre adottato un percorso diagnostico terapeutico con il vantaggio di attuare protocolli omogenei, attraverso una discussione collegiale di ogni singolo caso. La nostra struttura fa poi parte della Rete Oncologica Lombarda per la condivisione di informazioni e protocolli di cure. Infine, la nuova organizzazione prevede un’attenzione particolare all’aspetto nutrizionale in fase pre e post operatoria, oltre alla gestione della stomia, dei disturbi funzionali e di un follow-up a lungo termine.

Nella fotografia Corrado Asteria, responsabile struttura semplice Attività di Chirurgia Oncologica Colo-Rettale
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