In viaggio nella tempesta alla ricerca della resilienza

Lavoro di gruppo e spettacolo teatrale con il Consultorio sulle tracce della condivisione della valorizzazione di sé


di Paolo Breviglieri
Psicologo Consultorio Familiare Suzzara ASST Mantova

Il Consultorio familiare di Suzzara, da circa un anno, sta portando avanti un’esperienza di gruppo volta a potenziare le capacità di fronteggiare eventi gravi e traumatici: la resilienza. Con questo termine ci si riferisce all’insieme delle risposte messe in atto dagli individui e dai sistemi familiari o sociali per reagire in modo costruttivo a cambiamenti radicali e avversi. Gli studi hanno evidenziato come a parità di evento negativo ciò che produce effetti più o meno devastanti nella persona è il suo tipo di risposta emotiva, cognitiva e comportamentale: una resa catastrofica e depressiva, una reattività rabbiosa e ostinata e una modalità più equilibrata che contiene in sé sia gli aspetti dell’accettazione, sia quelli della continua lotta per creare condizioni di vita il più possibili soddisfacenti. Quest’ultima risposta ‘resiliente’ è caratterizzata: da un buon grado di accettazione della realtà; un riconoscimento e un’accoglienza non giudicante dei propri stati mentali emotivi; una visione che ci porti complessivamente a vederci come creature soggette a limitazioni. ma chiamate a dare prova di umanità e dignità; una capacità di chiedere e dare aiuto e di cogliere il valore e la positività dell’esistenza. Il gruppo era formato inizialmente da persone affette da patologie con grande impatto invalidante. In una seconda fase si sono aggiunte persone con traumi familiari (lutti, separazioni, problematiche nei figli). Nell’ultima fase i partecipanti erano circa 20, che si incontravano con cadenza mensile. Per affrontare i diversi temi si è usata una metafora che ha dato poi il nome al gruppo stesso: viaggiare nella tempesta. Come delle navi che si imbattono nella tempesta devono reagire cambiando rotta e modificando il loro assetto, così i membri del gruppo si sono trovati in diverse tempeste e hanno attraversato tutte le fasi di disperazione, confusione, rinuncia o lotta per cercare insieme una rotta ‘resiliente’.

Il gruppo ha da subito reagito riconoscendo nel gruppo stesso un grande strumento di aiuto e sostegno. Il primo ingrediente di efficacia dell’esperienza è dunque senza dubbio la condivisione. Il secondo fattore terapeutico lo potremmo chiamare valorizzazione, intendendo tutto ciò che ha fatto sì che le persone trovassero nella loro esperienza e nella loro persona numerosi elementi di valore e di stima per se stessi. Riconoscendo che i contenuti delle nostre riflessioni e delle esperienze individuali meritavano di essere portati al di fuori del gruppo, si è pensato di creare uno spettacolo teatrale, grazie all’apporto della regista Nicoletta Ferrari. Il lavoro, dal titolo, Viaggiare nella tempesta è stato rappresentato con successo dai partecipanti e dagli operatori. Come dice Gabriella, una  partecipante, nel suo monologo: “la bellezza della vita la scorgi nell’attimo in cui sai dare un senso ad essa”. Ora si stanno esplorando altri approcci che possono favorire e sostenere questi processi di resilienza, uno di questi è l’uso della creatività e l’altro è l’utilizzo di tecniche di meditazione (mindfulness).

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