Quei libri donati all’Ospedal Grande

Una biblioteca con 2mila volumi, molti stampati tra 1532 e 1852


di Gilberto Roccabianca
Storico Locale

Il 14 dicembre scorso l’Asst di Mantova ha organizzato un convegno intitolato Edocere Medicos, a cura di Raffaele Ghirardi, per valorizzare la biblioteca storica dell’ospedale di Mantova, composta da quasi 2000 volumi a stampa, la metà dei quali stampati tra il 1532 e il 1852. La biblioteca seguì l’ospedale nei suoi spostamenti di sede, dall’antico Ospedal Grande in San Leonardo all’ Ospedale Civico in Sant’Orsola e, infine, nella nuova sede di Borgo Pompilio. Nel 2002 la biblioteca storica fu trasferita in deposito presso l’Archivio di Stato di Mantova, dove si trovano tuttora.

Non si sa come si sia venuta formando la parte più antica della biblioteca. La maggior parte di questi libri fu probabilmente donata, o semplicemente “dimenticata” da medici in servizio presso l’ospedale che, forse, si portavano da casa i loro libri personali e li tenevano in ospedale per poterli comodamente consultare o studiare in caso di bisogno, o per metterli a disposizione dei giovani medici e chirurghi che facevano pratica presso l’ospedale. Tra questi possiamo senz’altro considerare tutti i 60 volumi risalenti al ‘500 e ‘600 tra i quali si ritrovano sia opere classiche che moderne nelle discipline di medicina interna (Galeno e Avicenna, ma anche Ingrassia e Harvey) di anatomia (Vesalio, Aselli), di botanica (Mattioli) e di chirurgia (Fabrizi d’Acquapendente, Botallo).

Tra i 53 libri della prima metà del settecento abbondano le farmacopee e gli antidotari, a causa di un evidente interesse verso le nuove piante officinali provenienti dalle Indie e dall’America Latina. Un certo numero di nuove pubblicazioni affluì presso l’Ospedal Grande nel periodo in cui furono attive due cattedre universitarie: una di Clinica Medica e una di Chirurgia e Ostetricia. Le opere di questo periodo spaziano in numerosi campi: ostetricia, chimica, epidemiologia, ma anche fisica medica, pediatria, termalismo e medicina del lavoro.

Circa 40 opere furono donate (uno o due pezzi per volta) da medici dipendenti dell’ospedale tra la fine del ‘700 e la metà dell’ottocento. Una raccolta di 90 volumi appartenne a Luigi Scarenzio, professore dell’Università di Pavia, e fu donata all’Ospedale Civile di Mantova dal figlio Angelo, ex primario dell’ospedale. Un’altra raccolta di circa 170 volumi, invece, fu donata nel 1882 da Alessandro Resti Ferrari che era stato primario e direttore sanitario dell’Ospedale Civico negli ultimi decenni della dominazione austriaca. Una selezione dei volumi più interessanti della biblioteca storica rimarrà in mostra presso la Biblioteca Tresiana fino al 14 febbraio 2018.

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Nell’immagine una pagina del Canone di Avicenna
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