Cellule staminali autologhe: nuova frontiera in Ortopedia

Al Poma si eseguono interventi con innesti di tessuto dal midollo osseo o dall’adipe

 

 

 

di Andrea Pizzoli
Direttore facente funzione Ortopedia e Traumatologia Mantova

 

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un grande sviluppo della medicina rigenerativa e riparativa, che mira a ripristinare i tessuti lesionati o degenerati in seguito a patologie traumatiche o croniche. Ciò ha portato in ambito ortopedico allo sviluppo di un settore superspecialistico denominato Ortobiologia. Ad esso appartengono  diverse metodiche che prevedono l’utilizzo di cellule o tessuti a fini di stimolo biologico tra cui le cellule staminali.

Le cellule staminali possono essere ottenute dal  grasso sottocutaneo o dal midollo osseo. Se adeguatamente selezionate e concentrate sono  in grado di potenziare i processi riparativi e la ricrescita dei tessuti lesi sui quali vengono applicate singolarmente o in associazione ai fattori di crescita (PRP), ai sostituti ossei o a materiali biocompatibili. Inoltre, essendo autologhe, ovvero appartenenti allo stesso paziente che le riceve, evitano allergie o intolleranze.

In Ortopedia e Traumatologia il loro impiego è stato principalmente riservato al trattamento delle lesioni tendinee, muscolari, cartilaginee e ossee a prevalente eziologia traumatica come per esempio le lesioni cartilaginee focali negli sportivi o le fratture con perdita di sostanza ossea nei pazienti interessati da traumi maggiori. L’impiego di cellule staminali avviene, con modalità infiltrativa, anche nella riparazione di lesioni meniscali di lieve entità e nella cura dell’artrosi iniziale pur con luci ed ombre sui risultati ottenibili, in relazione alle condizioni di applicazione.

Dati incoraggianti vi sono anche nella riparazione della cuffia dei rotatori e nella cura della necrosi della testa del femore: i risultati migliori si ottengono quando il trapianto cellulare è associato all’atto chirurgico ricostruttivo e riparativo. Queste procedure sono controindicate in pazienti che hanno importanti comorbidità o fattori di rischio (diabete, abuso di fumo, patologie dismetaboliche o  reumatiche). La selezione deve considerare prevalentemente l’età, in quanto specialmente nelle prime decadi di vita il concentrato cellulare ottenibile dal prelievo è maggiore e di migliore qualità.

La struttura complessa di Ortopedia e Traumatologia del Poma ha allestito una procedura dedicata che permette di applicare tale metodica in associazione a selezionati interventi chirurgici ricostruttivi. Da diversi anni utilizziamo spongiosa ossea prelevata dall’ala iliaca o dal piatto tibiale, con l’aggiunta di fattori di crescita del sangue (PRP) e innesti cartilaginei, ottenendo risultati duraturi e soddisfacenti. Recentemente abbiamo trattato un giovane paziente di 28 anni affetto da una grave forma di necrosi della testa del femore bilaterale, sofferenza microvascolare che compromette la vitalità dell’osso portando alla comparsa di deformità articolare e artrosi precoce. Il trattamento ha previsto l’applicazione della tecnica del carotaggio e innesto osseo associato a cellule staminali autologhe in entrambe le anche.

Quali prospettive future? Si prevede il miglioramento e la standardizzazione delle metodiche e strumentari dedicati al prelievo, preparazione ed esecuzione del ‘trapianto’. Di recente è stata introdotta una metodica molto promettente per l’impiego di cellule staminali provenienti dal tessuto adiposo. La sede di prelievo più frequente è quella del grasso sottocutaneo addominale. Il successo della procedura dipende anche in questo caso dall’età del paziente, ma maggiormente dalla sede e dalla grandezza della lesione, nonché dalla presenza o meno di eventuali comorbidità del paziente.

Come per ogni nuova metodica il rigore scientifico e l’attenta valutazione clinica sono prerogative indispensabili per valutarne l’efficacia e la sicurezza, obiettivi prioritari in un ospedale pubblico come il nostro. Pertanto, tale strumento sarà utilizzato in casi selezionati e secondo le linee guida delle società scientifiche cui apparteniamo.

Nell’immagine l’equipe dell’Ortopedia e Traumatologia di Mantova
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