L’arte madonnara si trasferisce in carcere per celebrare la natura

Laboratorio con pazienti della sezione femminile e operatori sanitari

Grazie alla collaborazione con la direzione della casa circondariale e l’artista Iaia Consiglia, nel percorso Vivere lo spazio – progetto empowerment medicina penitenziaria – nel mese di maggio è stato organizzato un laboratorio esperienziale con l’arte madonnara

Si sono celebrati la natura ed il rispetto per l’ambiente, i temi sono stati reinterpretati alla maniera madonnara con dipinti originali ideati ad hoc per questo evento dall’artista che ha proposto una Madonna avvolta da un velo di plastica che salva con le mani una tartaruga e un corallo, proteggendo simbolicamente fauna e flora.

Arte effimera (come quella madonnara) è l’espressione correntemente usata per definire un’opera il cui deterioramento e distruzione, che sia dovuta a cause naturali o all’intervento del proprio autore o di altri, è prevista e anticipata dal suo stesso autore: è un’arte che non appartiene all’artista ma ritorna alla natura, con la pioggia.

L’attività è mirata al rafforzamento del lavoro di squadra per un obiettivo comune che è stato – come in passati laboratori – il rispetto per l’ambiente, sviluppare il sentimento di amore e rispetto verso la natura.

Il lavoro di gruppo attraverso un’esperienza di arte madonnara ha coinvolto operatori sanitari e tutte le pazienti della sezione femminile che hanno celebrato Madre Natura il 12 maggio, festa della mamma, con otto ore di lavoro dalle 09,30 fino alle 17,30 per la realizzazione di un’opera madonnara dentro le mura.

Nelle immagini sotto il laboratorio di arte madonnara.

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