Il reparto del Poma è centro di riferimento da 16 anni, il trattamento mette al riparo gli organi che hanno subito danni dalla carenza di ossigeno
In 3-4 nascite ogni 1.000 nati vivi, per vari fattori che possono intervenire nel periodo perinatale (malattie croniche materne, alterazioni della placenta, problemi del feto), l’apporto di ossigeno al feto attraverso la placenta si può ridurre, determinando una condizione nota come asfissia perinatale. Questo può comportare l’insorgere di una sofferenza neurologica chiamata encefalopatia ipossico-ischemica, con possibili complicanze neurologiche a lungo termine che vanno da disturbi dell’apprendimento e dell’attenzione alla più grave paralisi cerebrale infantile.
La Terapia Intensiva Neonatale di Mantova è da circa 16 anni un Cooling center, ossia un centro di riferimento per il trattamento dell’encefalopatia ipossico-ischemica neonatale utilizzando il freddo, impiegando tale terapia in circa 6 neonati all’anno dal suo avvio.
Questo trattamento, da avviare secondo criteri stringenti indicati dalla Società Italiana di Neonatologia entro 6 ore dalla nascita, consiste nell’abbassamento controllato della temperatura corporea dei neonati fino a 33,5 °C per 72 ore. Ciò è possibile grazie a un apparecchio specifico in cui un materassino avvolgente per 72 ore monitorizza e controlla la temperatura cutanea e rettale per mantenerla costante nel range impostato.
L’obbiettivo di tale raffreddamento è quello di garantire una sorta di “risparmio energetico” delle cellule che hanno subito danni per la carenza di ossigeno, in particolar modo quelle neuronali, ma anche di altri organi come cuore e reni. Il trattamento è garantito ai neonati nati nel nostro centro e nella nostra ASST (Mantova e Borgo Mantovano), ma anche a quelli trasferiti da altri ospedali che ne facciano richiesta.
Dato che i neonati in ipotermia per la problematica dell’asfissia, possono presentare complicanze multiple, sono necessari assistenza e monitoraggio continui da parte di personale medico e infermieristico qualificato, motivo per il quale questo trattamento può essere condotto esclusivamente in Terapia Intensiva Neonatale.
I neonati asfittici sottoposti a trattamento ipotermico necessitano di accesso vascolare di tipo centrale per garantire il giusto apporto di nutrienti e la somministrazione di farmaci come antibiotici, antiepilettici, farmaci che sostengano la pressione arteriosa e la funzionalità cardiaca e a volte anche di supporto respiratorio di tipo ventilatorio, più o meno invasivo.
Dato che il freddo può provocare dolore, per tutta la durata del trattamento i neonati sono sottoposti a terapia antidolorifica e a una blanda sedazione. Come per tutti i neonati ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale particolare attenzione viene posta al sostegno dell’avvio dell’allattamento al seno anche se in questo caso deve essere ritardato per tutta la durata dell’ipotermia. Durante il trattamento, comunque, la madre viene supportata nel processo di stimolazione del seno, in attesa che il suo bambino possa avviare l’alimentazione. Per tale motivo l’accesso al reparto per i genitori dei neonati ricoverati è h24 perché il loro supporto è fondamentale.
Terminato il trattamento, e per i primi due anni di vita, tutti i neonati vengono seguiti in un follow-up combinato neonatologico-neuropsichiatrico infantile-fisioterapico periodico, per valutarne lo sviluppo e per sostenere le famiglie nel percorso di crescita dei loro bambini.
Paola Sindico e Simona Boccacci, medici Terapia Intensiva Neonatale