Versi dell’anima: “Il mio corpo come una tela personale”

Anche nel 2022 è stato bandito il Premio nazionale di poesia Terra di Virgilio, promosso dall’associazione mantovana La corte dei poeti nell’ambito del Mantova Poesia-Festival Internazionale Virgilio. Il premio presenta due sezioni: Vita di scienza ed arte, per autori noti ed esordienti; L’ozio degli attivi, riservata a persone ospitate in strutture protette. La poesia dei luoghi difesi e tutelati, altrimenti definita “poesia dell’anima”, dà spazio all’espressione lirica di persone che praticano la scrittura come elemento di riscatto, di autocura e di reinserimento sociale. Si riportano qui le poesie di vincitori e segnalati della sezione L’ozio degli attivi, provenienti da case circondariali e strutture di cura e pubblicate nell’antologia del premio.

Di seguito le poesie di tre dei partecipanti segnalati dalla giuria:

Franco Vignati – L’autore frequenta il laboratorio di ‘Lettura e Scrittura Creativa’ attivo da tempo nel Carcere Milano-Opera.

Misteri preziosi

Lo stelo d’erba: un mistero
vestito di smeraldo proteso
verso l’infinito.

 

Marco Antonio Susano Villagomez – Comunità Exodus di Varese. Mantiene contatti con il laboratorio del Carcere Milano-Opera.

Urlo fortemente…

Urlo fortemente per spezzare il silenzio.

Lunghi sono i lamenti, chiusi gli uditi, aperti gli occhi:
mi negano lo sguardo, troppa l’indifferenza dell’uomo.
Passanti vanno e vengono, sorrisi s’impigliano nella rete,
il mondo è triste, attorno appare tutto nuovo.
Cerco di costruire alba dopo alba una speranza nuova
che mi ridia il sole che non ho, ma la mente per l’ennesima volta
mi catapulta nelle tenebre delle stagioni passate:
in quell’inverno che ti atrofizza le ossa,
nella primavera che emana profumi nostalgici,
nell’estate che brucia il cuore con il suo tempo non tempo
mentre l’autunno rispecchia la vita
con le foglie che cadono fatalmente.

Urlo ancora fortemente per spezzare il silenzio.

Cerco comprensione nei giorni
che a volte mi tolgono la vita lentamente;
confuso guardo ovunque
e forse anche tu sei stanco di vivere senza una luce
in questo mondo affollato
di passi dai pensieri tristi.

 

Wartoss – Ospedale di Pieve di Coriano – Asst Mantova – CPS di Ostiglia.

Dolore su tela

Trattavo il mio corpo come fosse una tela personale.
Disegnavo con la lama contro la carne per colorarla di rosso,
la coprivo di costellazioni di cicatrici,
la martellavo di tramonti di lividi.

Il corpo era diventato prodotto di mia creazione.
Qualcosa su cui avevo potere,
qualcosa su cui scaricare il mio tumulto interiore,
come se ogni volta fosse l’ultima auto-punizione.

Eppure, nelle notti contorte,
era superficie che potevo guardare,
indietreggiando a poco con grande soddisfazione,
ma pur sempre ribollendo dei più cupi sentimenti.

Ma gli altri non capivano ciò che realizzavo,
e nemmeno la ragione.
Ma io rispondevo: “Dolore per sentirsi vivi”.

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