Ostetricia, meno trasfusioni grazie al management del sangue

In gravidanza un percorso per ridurre anche l’anemia dopo il parto

Serena Varalta

Nel 2010 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha esortato gli Stati membri ad attuare una serie di strategie per garantire qualità, sicurezza, e sostenibilità della terapia trasfusionale, includendo tra queste il ‘Patient blood management’. Questo percorso è nato in applicazione agli interventi chirurgici maggiori e agli interventi ortopedici.

Dal 2016 si è iniziato a parlare di patient blood management applicato all’ostetricia, che consiste in una serie di tecniche farmacologiche e non, da adottare prima, durante e dopo il parto secondo tre ‘pilastri’: ottimizzare la capacità dell’organismo di produrre globuli rossi, prevenendo e trattando l’anemia dall’inizio della gravidanza, ridurre al minimo il sanguinamento, ottimizzare la tolleranza verso l’eventuale anemia nel post partum agendo precocemente con farmaci specifici.

L’anemia da carenza di ferro in gravidanza può essere associata a rischi fetali quali: un maggior rischio di parto pretermine, un incremento di basso peso del neonato alla nascita e maggiori probabilità di sviluppare un ritardo psicomotorio.

A livello materno i rischi determinati da bassi livelli di emoglobina in gravidanza sono: un aumentato rischio di preeclampsia, di distacco di placenta e di emorragia nel post-parto. Per questo, è importante individuare e trattare questa condizione.

L’Asst di Mantova è in prima linea nell’applicazione della procedura in varie specialità chirurgiche e non, tra cui a partire dal 2019, l’ostetricia, con la costituzione di un comitato aziendale del ‘buon uso del sangue’. Che si è concretizzato in un progetto di presa in carico delle donne in gravidanza, volto a prevenire l’instaurarsi di una condizione di anemia e a ridurre la necessità di eventuali trasfusioni di sangue dopo il parto.

Nella realizzazione del programma sono coinvolte più figure professionali che concorrono sinergicamente a migliorare gli esiti di salute delle donne e dei loro bambini: le ostetriche dei consultori familiari, che identificano le donne a rischio di sviluppare, o che già presentano, una condizione di anemia; i medici del centro trasfusionale, che prestano consulenza per le donne che necessitano di eventuale terapia di ferro per via endovenosa; le ostetriche dell’ambulatorio della gravidanza a termine, che prendono in carico le gravide che necessitano di terapia per l’anemia e predispongono un piano personalizzato di assistenza al parto per prevenire il più possibile un’eventuale emorragia.

Daniela Dal Santo, anestesista e responsabile della struttura di Analgesia ostetrica, ha fatto da capofila nella realizzazione del progetto, che negli ultimi anni ha portato ad una drastica diminuzione delle trasfusioni di sangue in donne gravide e puerpere, quindi ad una diminuzione dei rischi legati a questa pratica. Se ben applicato, il patient blood management oltre ad evitare le complicanze, può ridurre i tempi di degenza, evitare il ricorso alle trasfusioni e migliorare il benessere generale della donna. Gli studi dimostrano che questi programmi, applicati alle varie aree chirurgiche e non, hanno permesso di ridurre la morbosità e mortalità dei pazienti.

Di Serena Varalta, ostetrica struttura Analgesia Ostetrica Asst Mantova

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

Archivi
Categorie
Iscriviti alla newsletter