Bimbi prematuri, percorso con logopedista e infermiere per raggiungere l’autonomia alimentare in Terapia Intensiva Neonatale

Stimolazione oro-motoria grazie alla collaborazione fra professionisti e genitori, al Poma percorsi multidisciplinari

Erika Beduschi

Nascere prematuri vuol dire iniziare la propria vita in salita. Tutto quello che per un neonato a termine è scontato come respirare, succhiare, regolare la temperatura corporea, per un pretermine non lo è affatto. Nascendo prima del tempo, o con patologie neurologiche, un neonato non è autonomo nel soddisfare il suo bisogno di alimentazione e fino a quando non riuscirà a coordinare suzione, deglutizione e respirazione non potrà raggiungere la piena autonomia. Nella Terapia Intensiva Neonatale di Mantova reputiamo che un aspetto molto importante sia quello di supportare i neonati, e soprattutto le loro famiglie, attraverso strumenti e presidi che li accompagnino al raggiungimento dell’autonomia anche alimentare.

Per questi neonati si utilizza in fase iniziale un’alimentazione con l’utilizzo di sondino gastrico che permette la somministrazione del latte con siringa direttamente nello stomaco. Gradualmente, rispettando i tempi di maturazione del neonato, viene introdotta l’alimentazione per via orale con suzione al seno materno o al biberon. L’utilizzo dei sondini gastrici, indispensabili in fase iniziale, associati alle disfunzioni che la prematurità comporta, inevitabilmente determina la riduzione delle stimolazioni ed esperienze a livello orale e conseguente alterazione della sensibilità oro-bucco-facciale e deficit della motricità orale con possibili esiti anche a distanza.

Per questi motivi è stato intrapreso presso la Terapia Intensiva Neonatale di Mantova un percorso di collaborazione con la figura importantissima in questo contesto della logopedista. Il lavoro della logopedista risulta nella valutazione del neonato seguita dall’impostazione del trattamento di abilitazione che consiste nella stimolazione oro-motoria. Tale stimolazione avviene con l’utilizzo del ciuccio o del dito dell’operatore, proposti al neonato per una suzione attiva durante la somministrazione del pasto con il sondino. La stimolazione viene eseguita dalla logopedista, dalle infermiere e dai genitori che vengono sempre coinvolti.

Queste procedure hanno molteplici benefici: diminuiscono i tempi necessari per arrivare a un’alimentazione autonoma per bocca, riducono l’ipersensibilità orale, migliorano l’organizzazione motoria orale, attivano riflessi che facilitano la suzione riducendo i tempi di ospedalizzazione. Un altro punto a favore di questo trattamento, aspetto a cui noi teniamo particolarmente, è che ci permette di coinvolgere in prima linea i genitori rendendoli partecipi della cura del figlio.

La logopedista in Terapia Intensiva Neonatale assume un ruolo molto importante, perché supporta neonati con difficoltà di suzione (pretermine, deficit neurologici, patologie del cavo orale) anche se purtroppo questa collaborazione non è ancora molto diffusa nelle Terapie Intensive italiane. A Mantova, grazie a questa cooperazione, sono stati fatti approfondimenti e creati percorsi multidisciplinari perché la presenza della logopedista diventi una costante. Inoltre alcune infermiere stanno seguendo un percorso di approfondimento della tematica per supportare la logopedista e le famiglie dei piccoli ricoverati perché queste diventino una prassi e non solo una richiesta di consulenza di singoli casi.

Erika Beduschi, infermiera Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale

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