L’importanza del follow up nel bambino a rischio neurologico

Fondamentale individuare indicatori precoci di outcome a distanza per promuovere lo sviluppo comportamentale

Sara Malizia

La neonatologia affronta varie sfide relative a due problematiche principali: la prematurità e il neonato con patologia neurologica. Nel corso degli anni è aumentato progressivamente il numero dei neonati di peso molto basso (<1500 gr) che sopravvivono alla nascita pretermine, grazie al continuo miglioramento dell’assistenza sanitaria in campo neonatologico.

Si è a lungo temuto che questo aumento della sopravvivenza avvenisse a scapito di un aumento dei soggetti con handicap neuropsicomotori e sensoriali. Gli studi più recenti indicano invece un calo della morbilità neurologica e in particolare una diminuzione, anche in termini assoluti, dei soggetti pretermine affetti da paralisi cerebrale infantile o di handicap neurosensoriale grave. Si ritiene oggi che solo il 10-12 per cento dei neonati prematuri presenti all’età scolare un handicap neurologico grave anche se è vero che questa categoria di neonati è ad altro rischio di problematiche neurologiche più lievi.

Si reputa che il 25-50 per cento dei neonati pretermine soffra di problemi minori dello sviluppo non trascurabili in quanto intaccano comunque la qualità di vita dei soggetti interessati e delle loro famiglie. Risulta quindi di fondamentale importanza identificare indicatori precoci di outcome neurologico a distanza, al fine di attuare il più precocemente possibile interventi di promozione dello sviluppo neurocomportamentale, sfruttando la caratteristica fondamentale del cervello del neonato, ovvero la plasticità. Gli strumenti possono essere clinici (valutazione neurologica e dei general movements) e strumentali (ecografia cerebrale, RMN ed EEG). Individuare tempestivamente le anomalie dello sviluppo rappresenta la condizione fondamentale per definire il percorso riabilitativo più opportuno per il bambino a rischio di disabilità e guidare i genitori nella ricerca delle soluzioni possibili.

Attualmente vengono seguiti nell’ambulatorio del follow up della Terapia Intensiva Neonatale di Mantova tutti i neonati con peso alla nascita inferiore a 1500 g o EG alla nascita inferiore o uguale a 30 settimane, oltre a tutti quei neonati con patologie neurologiche diagnosticate in epoca perinatale, circa 150 nuovi bambini all’anno. Il follow-up rappresenta una valutazione multidisciplinare del bambino, che coinvolge neonatologo, neuropsichiatra infantile, fisioterapista, psicologa e logopedista. In questo modo diventa più probabile individuare deficit che possono riguardare ogni singolo aspetto dello sviluppo, da quello motorio a quello cognitivo o socio-emotivo.

È chiaro quanto sia importante il ruolo della valutazione del neonato a rischio in ambito ospedaliero, ma è altrettanto importante la collaborazione tra Ospedale e i Servizi Territoriali, ovvero le cosiddette Unità Operative Territoriali di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Uonpia), dislocate nei vari distretti. L’individuazione precoce di bambini a rischio di sviluppare disabilità neurologiche consente di inviarli nelle strutture territoriali per attuare interventi riabilitativi che offrano al bambino e alla sua famiglia la migliore qualità di vita possibile. La riabilitazione si compone di interventi integrati di rieducazione, educazione e assistenza e si interessa, con azioni dirette e indirette, dell’individuo nella sua globalità fisica, mentale, affettiva, comunicativa e relazionale, coinvolgendo il contesto familiare, sociale e ambientale.

Di Sara Malizia, medico Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale

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