Focus su fiducia e fine vita al festival delle medical humanities

Iconografia della salute è il titolo dell’iniziativa ideata dal Centro studi dedicato di Alessandria, eventi dal 24 al 26 ottobre

Iconografia della Salute è il festival delle Medical Humanities ideato nel 2020 dal Centro Studi Medical Humanities di Alessandria per valorizzare questo approccio, che riunisce le tante discipline coinvolte che influiscono sul percorso di cura del paziente.

Il Festival si svolgerà in modalità virtuale dal 24 al 26 ottobre rinnovandosi nel format, anche grazie alla collaborazione con: il Centro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità e la Società Italiana di Medicina Narrativa, il Comitato Scientifico del Festival con Cristina Cenci, Antropologa Founder dell’Istituto di Ricerca Body&Society LAB e del Center for Digital Health Humanities; Amalia Egle Gentile, Centro Nazionale Malattie Rare Istituto Superiore di Sanità; Stefania Polvani, presidente Società Italiana Medicina Narrativa; Domenica Taruscio, direttore Centro Nazionale Malattie Rare Istituto Superiore di Sanità; Mariateresa Dacquino, direttore del Centro Studi per le Medical Humanities dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria.

La terza edizione di Iconografia della Salute vede un focus su due parole chiave, la fiducia e il fine vita: due temi delicati e d’attualità, tra loro strettamente correlati se si pensa al rapporto operatori di cura e persone assistite o ai momenti in cui il caregiver si confronta con le disposizioni anticipate di trattamento. I due argomenti rappresentano due momenti della narrazione, collegati alla capacità di ascolto dell’operatore di cura che dovrebbe svolgersi nell’intimità e con il coinvolgimento delle persone care che condividono il percorso degli assistiti.

La prima giornata del festival sarà quindi dedicata alla fiducia, con la relazione introduttiva di Sandro Spinsanti, fondatore e direttore dell’Istituto Giano per le medical humanities, componente del Comitato nazionale per la bioetica e presidente di numerosi comitati etici per la ricerca e autore di ‘Una diversa fiducia’ (Il Pensiero Scientifico Editore) nella quale sottolinea l’importanza della fiducia come impegno sociale prioritario, proprio a seguito di quanto è emerso con la pandemia. A seguire poi la presentazione del progetto ‘Building Trust Italy’, realizzato da Slow Medicine, con il vice presidente Domenico Colimberti che illustrerà le implementazioni sperimentali, già in corso agli Spedali Civili di Brescia e l’Ospedale San Donato di Arezzo.

La fiducia è alla base del rapporto tra gli operatori sanitari e il paziente, permette infatti una maggiore aderenza alle terapie e conduce a una migliore qualità di vita attraverso il dialogo e l’ascolto reciproco. Questo concetto è alla base della terza presentazione, realizzata da Nicoletta Suter, Società Italiana Medicina Narrativa e Davide Dealberti, direttore della struttura di Ostetricia e Ginecologia Azienda Ospedaliera Alessandria, che stanno sviluppando un vero e proprio reparto narrativo, attraverso la narrazione che alimenta la fiducia.

È prevista poi una sessione moderata da Patrizia Zeppegno, professore associato UPO insieme agli studenti di Medicina dell’Università del Piemonte Orientale, su come è possibile ‘costruire’ la fiducia. La seconda giornata – il 25 ottobre – sarà dedicata al fine vita, un tema sociale e culturale, che si interseca con i valori che attribuiamo alla vita e alla morte e al periodo storico di riferimento, di pace, di guerra e di emergenza. La relazione di apertura è affidata a Marina Sozzi, direttrice Associazione SAMCO onlus che ha come obiettivo l’erogazione di cure palliative e il sostegno delle persone affette da malattie oncologiche, o altre patologie croniche e degenerative. A seguire poi il racconto dell’esperienza di Spoleto, raccolto nella pubblicazione ‘’In modo giusto. Medicina narrativa nelle cure di fine vita di Marta De Angelis e Paolo Trenta. Sempre sul tema dell’accompagnamento sarà presentato il progetto condotto nella Geriatria di Alessandria da Vincenza Ferrara, direttrice del Laboratorio di Arte e Medical Humanities della Sapienza Università di Roma e Aldo Bellora, direttore della struttura di Geriatria Azienda Ospedaliera Alessandria.

Da ultimo poi un excursus delle cure palliative nella storia della medicina curato da Donatella Lippi, professore Associato di Storia della Medicina alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Firenze. La terza giornata sarà invece aperta ai contributi di chi intende candidare il proprio progetto, che saranno oggetto di presentazione nelle due sessioni del 26 ottobre; inoltre, tutti i poster saranno proiettati nello spazio virtuale e dopo un’ulteriore peer review, verranno pubblicati in un numero speciale dei Working Paper of Public Health, rivista multidisciplinare in Sanità Pubblica, online e Open Access dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria.

Tratto dal periodico ‘Cura e comunità’ del Centro studi cura e comunità per le medical humanities

 

Anche ASST ha partecipato al festival delle Medical Humanities. L’Area Ufficio Stampa e Comunicazione ha presentato il progetto ‘Arte in ospedale‘ con un focus sulla fiducia che il linguaggio espressivo è in grado di generare nei pazienti e nei loro familiari.

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