Medico creativo al Centro Psico Sociale: “Un’istantanea dell’anima, un dono per ringraziarli di essersi affidati a me. L’arte è incontro, compagnia, favorisce l’alleanza terapeutica e insegna la flessibilità”
Un’istantanea dell’anima. Un farmaco senza effetti collaterali. Una carezza emotiva. Un dono per ringraziare i pazienti di essersi affidati a lui, di avergli aperto le porte del proprio intimo. Questo il senso dei ritratti che Claudio Conti, psichiatria di Asst Mantova, restituisce alle persone incontrate nello studio del Centro Psico Sociale di viale della Repubblica. Si siede di fronte a loro, ma appena può cambia posizione. Come fa di nuovo adesso, mentre prende a confidarsi. Passando dalla scrivania alla poltrona lì a fianco, in cui sprofonda accanto a un mobile rivestito per intero con i bozzetti realizzati negli anni. Che convivono con confezioni di medicinali e manuali del mestiere. Un dialogo indisturbato, il cuore subito alleggerito.
“Non voglio che chi parla con me si senta frustrato, sotto esame”, confessa. Mentre la penna, che la sa lunga, tratteggia rapidissima sul foglio il volto di turno. La postura, l’espressione, reali o forse interpretate dall’istinto, dalle percezioni. Dopo arrivano i colori, fantasiosi. Anche quelli parlano di chi sta lì e si lascia raccontare dal terapeuta. In preda all’uno o all’altro sentire, che trovano alloggio sul bianco della carta e arrivano magari dove le parole non osano spingersi.
Persino lo spazio che decidi di occupare dentro una stanza è metafora. Ha a che fare con quella flessibilità delle cose tanto invocata dal medico: “La creatività ce la insegna, tutto si trasforma. L’arte è un’occasione umana d’incontro e favorisce l’alleanza terapeutica, condizione indispensabile. Credo nella potenza evocativa dell’immagine, del simbolo. Rappresentare il sintomo significa prenderne coscienza e riuscire a metterlo da parte per andare oltre. Si comincia a guarire reagendo al sintomo, non eliminandolo”.
Lo psichiatra ricorda sempre ai malati che “ciascuno di noi è al mondo per scrivere una personalissima biografia”. Nella sua, c’è spazio anche per la scrittura: poesie, racconti per bambini, canzoni. Si è poi dedicato al teatro, recitando in diverse compagnie teatrali. La stessa medicina, si sa, è un’arte. Tutto torna, i talenti che nascono insieme a te ti accompagnano finché non troverai tempi e modi per esprimerli. E il cerchio certamente si chiuderà, al momento giusto: “Uno scrigno non può a lungo restare sepolto”.
Lo specialista iniziò a disegnare in occasione del suo primo incarico professionale in Alto Adige. Lo fece per superare la barriera linguistica e anche per alleviare la nostalgia della Sicilia, terra da cui proviene e che gli rimane nel sangue. Negli occhi, nelle mani, nei capelli. Da allora non ha più smesso e durante le sedute ricorre abitualmente a quello che lui chiama, con licenza poetica, “esame psichico-visivo”. Un espediente per fare incrociare le sue intuizioni con quelle dei pazienti, che si traduce in un disegno.
Mentre svela ulteriori segreti del ritratto come strumento prezioso, talvolta ripetuto allo stesso paziente per vedere i suoi progressi nel tempo, cerca sul cellulare ‘La cura’, popolare canzone di Battiato. Musicista che tante volte ha voluto disegnare, insieme ad altri cantautori. Ti fa ascoltare quel brano emblematico, sottolineando che le note sono un’altra risorsa che fa compagnia, ispira, risolleva. Fa risorgere. Così ribadisce ancora una volta il ruolo magico dell’arte, sempre “figlia di un limite, il limite umano”: “Noi psichiatri dobbiamo entrare nella sinfonia del paziente e scoprire che musica c’è”.
Nelle immagini alcuni dei lavori di Claudio Conti
Elena Miglioli è il direttore del periodico Mantova Salute, responsabile dell’Area Ufficio Stampa e Comunicazione di ASST Mantova. Giornalista professionista, scrittrice, poetessa. Ama tutte le forme d’arte, ma mette la musica (classica) al primo posto.
Geazie.
Avere all’interno del Dipartimento uno psichiatra oserei dire alternativo, che grazie al suo talento sa cogliere e dare forma attraverso il disegno a quelle sfumature, quelle particolarità nascoste nel profondo di chi si siede di fronte ed è lì per raccontarsi e non per essere giudicato e/o classificato in un “semplice” disturbo mentale, rappresenta per l’intera equipe e per il Servizio motivo di gratificazione e orgoglio.
C.M