Approccio multidisciplinare per la lotta alla demenza

Ambulatorio dedicato in ospedale e raccordo con i servizi territoriali per paziente e famiglia

Elena Mariani

Il deterioramento cognitivo è una condizione clinica con riduzione delle prestazioni cognitive. Secondo i dati dell’Osservatorio Demenze dell’Istituto Superiore di Sanità, la prevalenza di questa malattia è di circa l’8 per cento negli ultra 65enni per salire oltre il 20 per cento dopo gli 80 anni. Approfondisce l’argomento Elena Mariani, medico responsabile del Centro Servizi di Asst Mantova.

Quali sono i principali sintomi della patologia?

Si va dal deficit lieve di una o più funzioni cognitive a quadri patologici più gravi. Tra le forme di demenza a genesi degenerativa, la più diffusa nell’anziano è l’Alzheimer. Che comporta un deterioramento progressivo e ingravescente delle capacità cognitive, esordisce tipicamente con la perdita di memoria e successivamente colpisce il linguaggio, l’orientamento spaziale e temporale, la capacità di ragionamento. Il paziente diventa dipendente nelle funzioni basilari della vita quotidiana, come vestirsi, lavarsi, mangiare. Sono frequenti anche i disturbi del comportamento: ansia, agitazione, aggressività, deliri, allucinazioni, oppure al contrario depressione, apatia, totale disinteresse per l’ambiente circostante e per la propria persona. Tra le demenze secondarie, la più frequente è la demenza vascolare, causata da un danno di vario tipo: ictus in aree cerebrali critiche, lesioni estese o piccole lesioni multiple o da patologia dei piccoli vasi cerebrali. Negli anziani spesso coesistono il danno vascolare e quello degenerativo, con forme di demenza definite miste o a genesi polifattoriale, per la coesistenza di gravi comorbilità. Infine, esistono forme di demenza più rare: demenza fronto-temporale, a Corpi di Lewy, da idrocefalo normoteso e malattia di Creutzfeldt–Jakob.

I fattori di rischio?

Sedentarietà, fumo di sigaretta, eccessivo consumo di alcool, inquinamento atmosferico, traumi cranici, pochi contatti sociali, scarsa istruzione, obesità, ipertensione, diabete, depressione e ipoacusia. Molti sono gli stessi che possono portare ad altre patologie, come quelle cardiovascolari e oncologiche. Da qui l’importanza di adottare in generale uno stile di vita sano.

Come risponde Asst Mantova a questi pazienti?

Al Centro per i disturbi cognitivi e le demenze, avviato nel 2017, è presente un’équipe multiprofessionale, composta da geriatri, neurologi, psicologi e neuropsicologici, in raccordo con gli assistenti sociali dell’Ufficio di protezione giuridica e dei Centri multiservizi delle nostre sedi territoriali che attivano i servizi territoriali necessari, garantendo una presa in carico globale del paziente e della sua famiglia.

Quali sono gli strumenti diagnostici e le cure disponibili?

Fondamentale rimane la visita medica specialistica con accurata raccolta anamnestica, seguita da una visita neuropsicologica per valutare e identificare eventuali problemi di attenzione, memoria, linguaggio. È necessario eseguire alcuni esami di laboratorio e un’indagine di neuroimaging (tac, risonanza magnetica). I farmaci a disposizione per il trattamento della demenza di Alzheimer (donepezil, rivastigmnina, galantamina, memantina) sono molecole che agiscono a livelli dei sistemi neurotrasmettitoriali alterati e sono in grado solo di rallentare la progressione della malattia. La speranza è che siano presto disponibili molecole in grado di agire sui fattori causa della malattia e quindi più efficaci.

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