Versi dal Centro diurno: “Essere matti è camminare con la tua follia fianco a fianco e guardare un soffio di cielo”

Anche nel 2022 è stato bandito il Premio nazionale di poesia Terra di Virgilio, promosso dall’associazione mantovana La corte dei poeti nell’ambito del Mantova Poesia-Festival Internazionale Virgilio. Il premio presenta due sezioni: Vita di scienza ed arte, per autori noti ed esordienti; L’ozio degli attivi, riservata a persone ospitate in strutture protette. La poesia dei luoghi difesi e tutelati, altrimenti definita “poesia dell’anima”, dà spazio all’espressione lirica di persone che praticano la scrittura come elemento di riscatto, di autocura e di reinserimento sociale. Si riportano qui le poesie della sezione L’ozio degli attivi, provenienti da case circondariali e strutture di cura e pubblicate nell’antologia del premio edizione 2021. In questa rubrica si riporteranno e le poesie dei vincitori e dei segnalati. La seconda classificata è Giuseppina Maggi. Nata ad Asola nel 1970, frequenta il Centro Diurno di Castel Goffredo di Asst di Mantova.

Scrive il poeta, critico e giurato del premio Marco Molinari: “Le poesie di Giuseppina Maggi nascono prima di tutto da una presa di coscienza che entra nella sua fantasia e le chiede di comunicare che la malattia cede, si nasconde, viene annullata, con qualche gesto d’amore, con un sereno che nasce dentro sé. Sono nata con “i batteri della solitudine”, immagine davvero efficace, e queste tossine creano una barriera che si frappone fra lei e gli altri. Ma esiste una “muffa” benefica, una medicina miracolosa che si forma all’interno della stessa malattia, che permette di imparare “le parole giuste”, quelle che ci forniscono la chiave per esprimere e capire gli altri e la natura”.

Di seguito le poesie di Giuseppina Maggi.

 

I matti

I matti sono giovani vecchi:
la voce spenta e gli occhi impasticcati.
I matti sono tornado senza controllo:
distruggono tutto e restano nel nulla,
spaesati.
I matti cercano l’amore
Assetati di delizie sconosciute.
A volte, i matti trovano l’amore
E lo vivono all’ultimo sangue.
I matti inseguono le paranoie
Nei labirinti del loro rimuginio.
Essere matti
È camminare con la tua follia
Fianco a fianco
E guardare un soffio di cielo.

Libera di essere

Lasciami essere ciò che sono:
una donna appassionata,
un sole rovente,
un baluginio pulsante di stelle,
una coperta di margherite su un prato,
un cielo temporalesco,
una tormenta.
Non avere paura.
Io sono un viaggio sorprendente
Anche per me stessa.
Non temere!
La mia mano è una carezza.
Finalmente so sfiorare
Il volto di un altro.

Penicillina (isolamento e speranza)

Io sono nata coi batteri addosso.
La solitudine è una loro tossina
mi si appiccica
come un francobollo allucinogeno.
È un viaggio nell’incubo
Ma non posso smettere di farlo.
Desidero l’altro con ogni mia fibra
Ma lo temo come un nemico.
Poi, un giorno,
accade l’incredibile:
mi assale la “muffa”
che imbriglia i batteri della solitudine.
Li uccide e scoppio a nuova vita.
Ho paura, sono ingenua;
non so le parole giuste,
ma so che le potrò imparare.

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