Donazione di organi e tessuti: “Una persona al giorno in attesa di trapianto muore, serve una nuova cultura”

Antonio Stuani, responsabile del nuovo coordinamento ospedaliero, lancia un appello: “Ci sono ancora pregiudizi, donare è un atto di grande civiltà”

Antonio Stuani

ASST ha recentemente attivato il coordinamento ospedaliero di procurement per la donazione di organi e tessuti. Un organismo in staff alla direzione medica di presidio di Mantova, creato in attuazione degli indirizzi regionali e nazionali. Obiettivi: governare il processo di donazione, ottimizzare i percorsi clinico-assistenziali, formare, sensibilizzare e incentivare l’attività di donazione garantendo qualità, sicurezza e appropriatezza. Responsabile del coordinamento l’anestesista Antonio Stuani, della struttura di Anestesia e Rianimazione del Carlo Poma, che racconta questa delicata esperienza e lancia un appello alla popolazione: “Donare è un atto di grandissima civiltà, una cultura da diffondere in modo capillare”.

Cosa cambierà con l’istituzione del nuovo coordinamento?

Questo organismo ci aiuterà dal punto di vista organizzativo a rendere l’attività sistematica e a monitorarla. Opererà per migliorare i processi, che hanno una grande complessità. Coinvolgerà operatori dell’Anestesia e Rianimazione, della Neurologia, della Medicina Legale, delle Sale Operatorie, del dipartimento dei Servizi e di diverse strutture specialistiche di volta in volta chiamate in consulenza, a seconda del tipo di prelievo. Abbiamo il compito fondamentale di procurare organi e tessuti in collaborazione con la banca delle cornee, delle ossa, delle valvole cardiache. Il concetto chiave è quello della cura a distanza. Non possiamo perdere occasioni, perché in Italia ci sono 9mila persone in attesa di trapianto, con una mortalità di un caso al giorno. Possiamo salvare molte vite se ci apriamo agli altri.

Che tipo di attività svolge attualmente Asst?

Si effettuano prelievi da donatore con morte cerebrale (multiorgano e cornee), da donatore a cuore fermo (cornee), da donatore vivente (testa femorale in caso di intervento di protesi d’anca programmato). È in corso di ultimazione il prelievo multitessuto da donatore a cuore fermo. Nel 2021 fra i pazienti sottoposti ad accertamento di morte cerebrale in Rianimazione a Mantova sono stati individuati 10 potenziali donatori di organi e tessuti, uno dei quali è risultato idoneo ed è stato possibile attivare il percorso di donazione multiorgano. L’attività è stata infatti limitata a causa della pandemia. L’attenzione al processo per l’identificazione del donatore e la verifica di idoneità è costante.

 Quali sono i passaggi per arrivare alla donazione? Cosa avviene concretamente?

Innanzitutto si procede con la dichiarazione di morte encefalica. L’accertamento è a cura di un collegio composto da: anestesista, per le funzioni respiratorie; neurologo, per le funzioni dell’encefalo; medico legale o medico della direzione sanitaria, che sovrintendono al rispetto della procedura. Quest’ultima viene ripetuta due volte nel giro di sei ore. La sua accuratezza ha una funzione di garanzia: la morte deve essere certa. A questo punto si procede con il prelievo, sempre nel rispetto della persona interessata, se si è dichiarata, o dei familiari che ne hanno diritto. Prima di seguire il prelievo viene valutata con attenzione e secondo procedure ben codificate l’assenza di patologie che possono rappresentare un rischio per il ricevente.

Come reagiscono i familiari alla proposta di donazione?

C’è ancora molto da fare per cambiare una mentalità che rimane in tanti casi chiusa, per abbattere pregiudizi privi di fondamento. Il denominatore comune a chi rifiuta questa opportunità è una scarsa conoscenza del problema, una mancanza di informazioni corrette. Spesso durante il colloquio con i familiari ci accorgiamo che le persone non hanno mai affrontato il discorso in vita e nel momento del bisogno ci si trova impreparati. Per questo è fondamentale l’attività di sensibilizzazione e informazione della popolazione e nelle comunità scolastiche, nonché la formazione del personale sanitario impegnato nel processo e particolarmente nei colloqui, nel supporto dei familiari di pazienti deceduti e candidati al potenziale prelievo d’organi. Anche il volontariato ha un ruolo prezioso nella promozione e divulgazione della cultura che sostiene l’attività in questione.

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