L’80 per cento del personale del comparto amministrativo e sanitario è femminile, il 70 per cento nel settore tecnico. Conciliare vita e lavoro è complicato, ma con tanta determinazione e una famiglia che sostiene si può
Circa l’80 per cento del personale del comparto amministrativo e sanitario di ASST Mantova è composto da donne. Anche nel settore tecnico, le donne si trovano in netta superiorità numerica, raggiungendo quasi il 70 per cento.
Per quanto riguarda la dirigenza, le percentuali sono molto più equilibrate, con le donne che rappresentano in media il 53 per cento. La dirigenza professionale, composta da avvocati e ingegneri, è l’ambito nel quale il personale femminile è meno presente e raggiunge infatti soltanto il 29 per cento, ma i numeri salgono osservando i dati della dirigenza medica (50 per cento), amministrativa (57 per cento) e sanitaria non medica che comprende biologi, dirigenti di area, farmacisti, fisici e psicologi. In quest’ultima categoria rappresentano ben il 75 per cento dei professionisti.
Molto spesso le donne hanno diverse incombenze anche al di fuori dell’ambiente lavorativo e sono dei pilastri fondamentali per la gestione e l’organizzazione della casa e della famiglia. Per favorire una migliore qualità della vita, che si traduce anche in un migliore rendimento durante le ore di lavoro, ASST di Mantova promuove da anni un’indispensabile politica di conciliazione vita-lavoro.
Nel 2021 le donne di ASST Mantova hanno potuto usufruire di oltre 32.000 giornate per gravidanza, maternità e congedo parentale.
“La conciliazione vita-lavoro per una donna – commenta Paola Accorsi, direttore della Pediatria di Pieve di Coriano – dipende molto dalla fase della vita in cui si trova. Avere figli piccoli o in età adolescenziale e svolgere un lavoro come quello del medico, che non prevede orari regolari e può presentare urgenze anche improvvise, è molto complesso a livello organizzativo e comporta anche il rischio di essere assenti in momenti particolarmente significativi della vita dei bambini”.
Allo stesso tempo, la Accorsi crede fortemente di essere stata un esempio, oltre che motivo di orgoglio e felicità, per i suoi figli perché non hanno avuto una madre travolta da un lavoro che non le dava soddisfazione, ma al contrario l’hanno vista svolgere una professione che la appassionava, riuscendo a investire contemporaneamente nella famiglia e nel lavoro.
Maria Teresa Costantino, responsabile del Centro Day Hospital Allergologia e Immunologia Clinica di Mantova, ha dovuto conciliare non solo la sua carriera da medico e la famiglia, ma vivendo a Parma, anche la distanza dal luogo di lavoro, rendendo la sfida ancora più ardua: “Ciò che mi ha dato la forza di non mollare è stata la possibilità di svolgere il lavoro che da sempre desideravo fortemente nell’ambito dell’allergologia e il fatto che l’ospedale è diventato per me una seconda casa, dove potermi dedicare totalmente alla mia professione con la stessa cura riservata ai figli. Inoltre, ho avuto la fortuna di avere accanto persone preziose che mi hanno supportata, dandomi la tranquillità necessaria per affrontare al meglio le giornate. Il marito, che ha compreso il mio desiderio di affermarmi nel campo che mi appassiona, e una tata che mi ha aiutata nella gestione dei bambini diventando per loro come una nonna”.
Visto che oggi sempre più donne svolgono la professione del medico, che non ha orari precisi, la Costantino si augura che in futuro si vada verso una gestione di questa attività più “femminile”, andando incontro alle necessità delle donne, permettendo loro di poter esprime al massimo le loro competenze e la loro passione.
Anche Rosa Rinaldi, direttore del Laboratorio di Anatomia Patologica di Mantova, porta la sua testimonianza: “Quando ho dovuto affrontare sfide che influivano sulla possibilità di conciliare la vita familiare con le aspirazioni lavorative, ho cercato di valutare le scelte come famiglia e non individualmente, consapevole delle nuove responsabilità e del carico anche emotivo che avrebbero comportato. Vivendo a Ferrara, la scelta di lavorare lontano da casa comporta molti sacrifici ed è perciò stata fondamentale la volontà di mettersi in gioco come squadra. Cerco sempre di tenere presente che anche i collaboratori hanno la necessità di far coesistere la sfera personale con l’attività lavorativa. Investire nel loro benessere e qualità di vita non può che portare miglioramenti, sia individuali, sia in termini di produttività e di motivazione”.
Cristina Pavesi è un informatico e lavora negli uffici della comunicazione di ASST di Mantova. Ama ballare country, viaggiare ed è appassionata di videogiochi.