Allattamento al seno, una mamma: “Un’esperienza inattesa, credo un po’ magica”

La testimonianza di una donna dopo il parto: “Fondamentale la fiducia nel ginecologo e l’aiuto di un’infermiera. Ho capito che era tutto molto naturale”

Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di una mamma, che racconta la sua esperienza di allattamento al seno, sperando di incoraggiare altre mamme a seguire il suo esempio.

Per me l’allattamento è stata un’esperienza inattesa, ma desiderata…credo un po’ magica. Premesso che mia figlia è arrivata dopo nove anni di matrimonio e un intervento importante all’utero durato quattro ore a causa dell’asportazione di un’importante massa di fibromi, dopo circa un anno sono rimasta incinta all’età di 38 anni. Ho trascorso una gravidanza meravigliosa, serena, piena di energia ed ero fiduciosa che tutto sarebbe andato per il meglio.

Fondamentale il rapporto di fiducia con il ginecologo del Poma Gianpaolo Grisolia, al quale mi sono affidata e fidata nei nove mesi della gravidanza. Proprio lui ha fatto nascere Maria Sole, il 24 aprile del 2013, con parto cesareo. Durante la gravidanza, ho cercato di non pormi la questione “allatterò o non allatterò”, per il timore di restare delusa. Allora mi dicevo: “Se non accadrà, esiste il latte artificiale e la bambina crescerà bene lo stesso”.

A distanza da qualche giorno dal parto la sensazione nuova e anche inaspettata del seno, divenuto molto rigido a causa della montata lattea. Cruciali furono le indicazioni di un’infermiera, la quale mi spiegò come dovevo sorreggere la bambina durante l’allattamento per non rompermi la schiena e come la bambina avrebbe dovuto attaccarsi al seno e cioè con le labbra completamente aperte sul capezzolo in modo da non provocare ragadi durante la suzione.

Inizialmente l’operazione mi era parsa complessa e non così semplice e forse anche un po’ imbarazzante, ma è bastato un paio di volte per capire che quella sarebbe stata la strada da percorrere, senza timori e senza domande. Pensando solo: “È cosi, si fa cosi”. Con il trascorrere del tempo il momento diveniva sempre più naturale ed estremamente piacevole, anche perché quando il seno è gonfio di latte duole se il bambino non si attacca.

Una notte con la culla andai in guardiola e dissi all’infermiera che la bambina piangeva, non sapevo dove mettere le mani. Lei la prese le mise una mano nella schiena e rispose che la bambina aveva caldo, era troppo vestita e avrei dovuto spogliarla. Lo disse con una sicurezza e una naturalezza che mi spiazzò e a quel punto decisi che lei sarebbe stata la nostra guida in questa bellissima avventura.

Chiesi indicazioni al turno successivo proprio a lei sull’allattamento, visto che capii che ci credeva fermamente. Le chiesi se sarebbe venuta a casa a trovare me e Maria Sole dopo le dimissioni. L’infermiera accettò e il gioco fu fatto. Mi spiegò come mi sarei dovuta comportare con la bambina, i segreti per potere vivere in armonia con mia figlia.

E così quel grande desiderio si realizzò e per ben quattordici mesi allattai Maria Sole senza mai una ragade o una mastite. Da quel momento in poi fu tutto in discesa. Avere il latte, sapere che lei e io stavamo bene mi dava la forza di pensare che avremmo potuto andare ovunque nel mondo e che ci saremmo divertite, io e lei e il mondo dietro. A quattordici mesi ho smesso di allattare perché ho ripreso il lavoro, ma è stato tutto molto naturale, lei ha capito che potevamo stare insieme diversamente.

Chiara, una mamma

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