Risonanza 3 tesla, top di gamma per lo studio del cuore e del sistema nervoso

Immagini ad altissima qualità, grazie all’intensità del campo magnetico. La nuova apparecchiatura permette di affinare la diagnostica in più campi

Nelle strutture di Radiologia e Neuroradiologia del Carlo Poma entrerà a breve in funzione una apparecchiatura di risonanza magnetica a 3 Tesla. Il Tesla, in onore al fisico e ingegnere Elettrico Nikola Tesla vissuto tra il 1856 e il 1943, rappresenta l’unità di misura del campo magnetico. Il corpo umano, come tutta la materia, è costituito da atomi dove gli elettroni, ruotando attorno al nucleo, danno origine a tanti piccoli campi magnetici orientati in maniera del tutto casuale. La risonanza magnetica utilizza un campo magnetico per “allineare” i piccoli campi magnetici costituiti dai protoni del corpo da esaminare.

A questi protoni “allineati”, ovvero orientati tutti nello stesso senso in quanto assoggettati alla forza del campo magnetico dell’apparecchiatura, che per estrema semplificazione potremmo immaginare come un bel pioppeto dove tutti gli alberi hanno una posizione ben definita e regolare, viene inviata una radiofrequenza. La radiofrequenza può essere paragonata a una folata di vento che piega gli alberi; al termine della folata gli alberi ritornano nella loro posizione emettendo un fruscio più o meno intenso in relazione al numero di alberi e a quanto essi sono stati piegati. Il fruscio di ritorno rappresenta l’eco che, recepito dall’antenna dell’apparecchiatura, costituisce il segnale che la stessa utilizza per ricostruire le immagini del corpo in esame.

Il vantaggio della risonanza magnetica, rispetto alla tomografia computerizzata (TC), è di non usare radiazioni ionizzanti (raggi X) per la produzione delle immagini, ma radiofrequenze; tuttavia, il maggior vantaggio della risonanza magnetica è rappresentato dalla qualità delle immagini per cui è possibile visualizzare molte strutture anche non evidenziabili alla TC, con particolari anatomici e strutturali di gran lunga superiori a quelli ottenibili con altre metodiche di immagine. Questo rende ragione dell’attuale importanza di tale tecnica diagnostica, specie nell’ambito del sistema nervoso, ma anche in vari altri distretti anatomici.

In virtù del processo fisico che sta alla base della formazione delle immagini in risonanza magnetica, la specificità e la qualità delle immagini è fortemente dipendente dall’intensità del campo magnetico per cui le informazioni che si possono ottenere da un’apparecchiatura a 3 Tesla sono globalmente superiori a quelle ottenibili da apparecchiature a campo magnetico di minor intensità.

Per le sue caratteristiche, inoltre, l’apparecchiatura che a breve sarà in funzione in questo ospedale è particolarmente votata agli studi del cuore e, soprattutto, del sistema nervoso centrale e in parte del sistema nervoso periferico.

Con questa apparecchiatura, indispensabile in relazione alla forte domanda di tali indagini e alle liste di attesa che di conseguenza si generano, sarà in particolare possibile affinare la diagnostica della patologia neoplastica dell’encefalo ma anche di quella infiammatoria e degenerativa, studiare ed evidenziare le vie di trasmissione del segnale nervoso per comprenderne l’integrità o il loro coinvolgimento in processi patologici. Sarà inoltre possibile eseguire studi sulla composizione e struttura di tessuti patologici per fornire ipotesi diagnostiche che possono essere simili a esami istologici o sarà possibile eseguire studi funzionali per dimostrare la localizzazione delle aree che controllano le diverse funzioni e per verificarne eventuali coinvolgimenti in processi patologici.

 

Di Enrico Piovan, direttore Neuroradiologia ASST Mantova

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