L’infermiere, colonna portante della riforma sanitaria

La figura professionale ha un ruolo centrale nel disegno di Regione per le sue competenze e per la sua vicinanza alla persona. Un bisogno emerso durante la pandemia

La riforma della sanità lombarda intercetta importanti provvedimenti elaborati a livello nazionale, che hanno lo scopo fondamentale di riformare una parte del sistema per poter meglio realizzare gli obiettivi del Sistema sanitario nazionale, indicati nell’articolo1 della Legge 833/78 – “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività mediante il servizio sanitario nazionale” – che a sua volte trae origine dall’articolo 32 della nostra Carta. Il modo in cui realizziamo questo obiettivo dipende da differenti fattori: demografici, epidemiologici e relativi alle disponibilità di risorse.

Franco Vallicella

L’organizzazione e il modello di riferimento cambiano per garantire al meglio la risposta ai bisogni di salute delle persone, nella piena consapevolezza che una società sana è fondamentale per produrre benessere e sviluppo sociale. Se pensiamo alla situazione pandemica abbiamo subito l’idea del valore di una sanità universale che cerca di rispondere ai bisogni sanitari, indipendentemente dalle possibilità economiche dei singoli.

Un documento a cui la regione fa riferimento per articolare la riforma è anche il Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta del più grande piano di investimenti dal dopoguerra a oggi che indica le linee strategiche di utilizzo dei fondi previsti dal programma Next Generation EU. Sono coinvolti differenti settori, tra cui anche quello della sanità. In particolare, il documento crea l’opportunità di una riorganizzazione della sanità territoriale che però impatterà anche su quella ospedaliera: si sviluppa il territorio per dare servizi e risposte sanitarie più appropriate anche in ospedale.

Quali sono le strutture territoriali previste e per quali servizi? Quale sarà il ruolo del personale infermieristico? Leggendo il Pnrr, la bozza di decreto che definisce gli standard compreso quello del personale (Dm,71), nonché la Dgr Regione Lombardia relativa alle linee guida per la definizione organizzativa delle nuove ASST, ci si rende conto che una figura professionale molto presente e sulla quale si conta molto è quella infermieristica.

Si delinea un lavoro improntato sull’integrazione di tutti i professionisti della salute, unico modo per assicura una risposta organica e completa, dal punto di visto numerico però è del tutto evidente la prevalenza di questo profilo. Questa scelta è legata all’attività professionale che l’operatore svolge e ai bisogni emergenti della popolazione. La sfida che è quella di riuscire a soddisfare i bisogni di una popolazione sempre più anziana e portatrice di patologie croniche. Con una prevalente necessità di una presa in carico infermieristica.

Quali sono le strutture che dovranno essere implementate all’interno del distretto, considerato come un’articolazione organizzativo-funzionale dell’Asst?

La casa della comunità è considerato il luogo fisico dove i cittadini possono accedere per trovare differenti servizi e risposte sanitarie tra cui quella infermieristica, con la loro presenza che deve essere garantita per un’importante numero di ore.

L’ospedale di comunità svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. È una struttura infermieristica dove il cittadino potrà trovare l’assistenza che necessita per il suo stato di salute o situazione sociale e per il quale sarebbe inappropriato un ricovero ospedaliero, ma anche una dimissione al domicilio.

La centrale operativa territoriale è a gestione infermieristica e svolge una funzione di coordinamento e presa in carico della persona, nonché di raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei differenti nel setting assistenziali.

L’infermiere di famiglia e comunità è una figura professionale di riferimento che assicura l’assistenza infermieristica ai differenti livelli di complessità, in collaborazione con tutti i professionisti presenti nel distretto in cui opera. Si tratta di una nuova figura definita attraverso un decreto nel pieno dell’emergenza pandemica, quando ci si è resi conto della necessità di incrementare i servizi infermieristici territoriali per poter meglio garantire appropriate risposte assistenziali.

Siamo difronte a un’importante opportunità generata da una grave situazione critica come quella pandemica. Che, senza sconti, ha fatto emergere i limiti del sistema e ha indirizzato verso una riforma partita dai reali bisogni dei cittadini nelle differenti fasce d’età per mantenere, curare o riabilitare lo stato di salute. Gli infermieri sono chiamati a pieno titolo ad essere protagonisti di questo progetto per la competenza di cui sono portatori, per la flessibilità e capacità di dare risposte e soprattutto per la loro vicinanza alla persona, imprescindibile per realizzare il loro mandato professionale.

 

Franco Vallicella, direttore Sitra Asst Mantova

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