Interventi psicoeducativi contro il disturbo bipolare: meno ricoveri e ricadute

Microequipe multidisciplinare dedicata con psichiatra, psicologo, educatore e infermieri. Percorso per i pazienti e per i familiari o caregiver

Il disturbo bipolare, in passato definito psicosi maniaco-depressiva, è un disturbo del tono dell’umore, caratterizzato da un’oscillazione dello stesso tra due polarità: una maniacale e una depressiva. In situazioni di severità gli episodi di mania o di depressione possono includere sintomi psicotici (ideazioni deliranti o allucinazioni), evenienza che rende ragione della definizione storica. Tale patologia è considerata ad andamento cronico, spesso invalidante e tra le patologie psichiatriche gravi è una delle più frequenti.

La comunità scientifica oggi ritiene che per fronteggiare in modo appropriato il disturbo sia necessario strutturare un trattamento organizzato e modulare, in linea con evidenze scientifiche di provata efficacia come quello psicoeducativo. Numerosi studi (Brown e Ring, 1970; Liberman e Liberman, 2003; Dunbar et al. 2009;) hanno dimostrato che la psicoeducazione rivolta ai pazienti con disturbi mentali gravi e ai loro famigliari, possa ridurre il numero dei ricoveri e delle ricadute, aiutare i pazienti e i famigliari a riconoscere tempestivamente i segni iniziali di crisi, e migliorare la comunicazione all’interno del nucleo famigliare.

Potenzia inoltre la qualità percepita dal paziente rispetto agli interventi terapeutici ricevuti, in ragione del fatto che non si pone più come passivo fruitore di cure, ma diventa e si sente parte attiva del trattamento: elemento che a sua volta incide in senso positivo sull’alleanza terapeutica e sull’aderenza farmacologica.

La psicoeducazione è una metodologia di stampo cognitivo-comportamentale volta a fornire informazioni chiare ed efficaci riguardo il disturbo per poi acquisire, modificare e sviluppare abilità e competenze personali in materia. In Italia, il Ministero della Salute, nel 2014, nella “Definizione dei Percorsi di Cura da attivare nei Dipartimenti di Salute Mentale per i Disturbi mentali più gravi”, in riferimento ai disturbi dell’umore, ha evidenziato che gli interventi di psicoeducazione “vengono proposti routinariamente, sia al paziente sia ai familiari”. In regione Lombardia, come peraltro avviene nel resto d’Italia, detti interventi non fanno ancora parte del trattamento standard garantito ai pazienti reclutabili con diagnosi di disturbo dell’umore.

La presenza di un treatment gap (ovvero la differenza tra il rapporto tra i pazienti trattati nei servizi e le persone nella popolazione che hanno bisogno di trattamento) è stimato intorno al 42 per cento.

Nella realtà della Salute Mentale di Mantova, lo sforzo di allargare l’offerta in favore della popolazione interessata ha portato nel 2014 alla costituzione di una microequipe multidisciplinare dedicata. Ne fanno parte il la psichiatra dell’Spd Cristina Venco, la psicologa collaboratrice della cooperativa Hike Silvia Pacchioni, l’educatrice professionale del CD Morena Melli e due infermieri della struttura Carlo Soragna e Salvatore Casabona.

Gli interventi sono finalizzati all’introduzione della psicoeducazione di gruppo secondo il modello di Colom e Vieta (Barcellona) in favore di pazienti seguiti dal Servizio Psichiatrico di Mantova con diagnosi di disturbo bipolare di tipo I, II e ad oggi ancora in corso. Tale modello si articola in sessioni di gruppo, guidate dai professionisti del team dedicato, volte a educare e rendere competente il paziente circa la sua malattia, affinché possa imparare a gestirla e migliorare il proprio stile di vita. Al termine del percorso rivolto ai pazienti, sono previsti incontri per i familiari o care-giver al fine di renderli consapevoli e competenti nell’affiancare la persona nella gestione del disturbo. Dal 2014 a oggi hanno terminato il corso di psicoeducazione 107 pazienti e 95 familiari.

Dall’anno 2021 è in corso una collaborazione con la cooperativa Hike di Mantova con la quale è stato attivato il progetto Eutopia rivolto alla promozione del benessere psicofisico dell’individuo, con particolare attenzione al disagio giovanile e ai disturbi affettivi.

Di Roberta Rosa, coordinatore infermieristico Struttura di Psichiatria Mantova 1

 

Nella foto in hompage, da sinstra, la psicologa Silvia Pacchioni, l’educatrice Morena Melli, la psichiatra Cristina Venco e la coordinatrice infermieristica Roberta Rosa.

 

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