Studio sull’asma: la somministrazione della terapia migliora grazie al campo scuola

I pediatri di Borgo Mantovano pubblicano una ricerca sull’esperienza di ‘Asmanatura’. I bambini imparano a gestire il trattamento inalatorio

Dal campo scuola uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Acta Biomedica. Gli specialisti della struttura di Pediatria di Borgo Mantovano – il direttore Paola Accorsi con i colleghi Luca Pecoraro e Alessia Norato – hanno pubblicato insieme ad altri medici dell’Università di Verona un articolo basato sull’analisi dei dati raccolti durante l’iniziativa educativa nell’ambito dell’asma che si è svolta la scorsa estate, dal 9 all’11 giugno, a Borgo Mantovano.

I pazienti coinvolti erano sette e hanno partecipato a una tre giorni di didattica, prove pratiche, attività ricreative svolte, tutte svolte con l’obiettivo di imparare la tecnica corretta di somministrazione della terapia inalatoria. L’osservazione all’inizio e alla fine del periodo preso in considerazione ha registrato un miglioramento del 25 per cento questa tecnica.

I dati raccolti andranno confermati su un campione più consistente di pazienti, ma si tratta del primo studio prospettico preliminare a dimostrare che un campo scuola intensivo è correlato a un miglioramento della somministrazione della terapia nei bambini affetti da asma. Sulla base di questo risultato e di altre evidenze in letteratura il lavoro consolida le evidenze che l’iniziativa in questione rappresenta uno strumento fondamentale per l’educazione e la gestione dell’asma nei bambini e negli adolescenti.

Il progetto, dal titolo Asmanatura, è stato sovvenzionata dal Comune di Borgo Mantovano e dal Rotary Club Mantova Sud e prevedeva la partecipazione gratuita dei ragazzi, di età compresa fra i 7 e i 13 anni. Hanno collaborato inoltre l’ASD associazione sportiva La Rotta, la psicologa psicoterapeuta specializzata Elena Bellini, il Centro nazionale carabinieri biodiversità Boscofontana, i volontari della cooperativa sociale Ai Confini, i volontari dell’associazione ABEO-Mantova.

La proposta è partita da un’evidenza scientifica: bambini e adolescenti affetti da asma possono rifiutarsi di continuare la terapia per il periodo di tempo necessario, possono facilmente dimenticare il trattamento o farne uso solo ‘su richiesta’, come è prassi tipica con i broncodilatatori, in presenza di sintomi acuti o più fastidiosi. È quindi necessaria una buona informazione sulla natura della malattia, le sue cause e le conseguenze.

Ulteriori aspetti di rilievo sono il corretto impiego degli inalatori, dei farmaci su richiesta e la necessità di recarsi dal pediatra pneumoallergologo o in Pronto Soccorso (in casi urgenti) in base all’intensità dei sintomi, evitando di automedicarsi nelle riacutizzazioni asmatiche più intense.

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